Al via in Benin, nei comuni di Karimama e Ouidah, rispettivamente nel nord-est e nel sud del Paese, una campagna di sensibilizzazione per incoraggiare la popolazione a registrare i propri figli alla nascita condotta da Amnesty International, in collaborazione con l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr). Lo si apprende da una serie di tweet pubblicati da Amnesty nei quali viene anche ricordato che il certificato di nascita è il passaporto per il riconoscimento dei diritti del bambino per tutta la sua vita.
“Cari genitori, care persone, andate a registrare i vostri figli alla nascita presso i servizi competenti nelle vostre località. Un bambino non registrato non ha un’esistenza legale”, si legge in uno dei post. “L’apolidia è una minaccia reale che non deve essere ignorata. La registrazione della nascita è il primo passo per evitare che un bambino diventi apolide e quindi per garantire il godimento di tutti i suoi diritti”, precisa Amnesty International.
Al termine del censimento amministrativo per l’identificazione della popolazione (Ravip) condotto nel 2019, il governo beninese aveva scoperto che su oltre dieci milioni di beninesi, due milioni e cinquecentomila non avevano un certificato di nascita.