Benin, alla scoperta dell’antico regno del Dahomey

di Valentina Milani

Nella parte meridionale del Benin sorgeva un tempo il regno di Dahomey, famoso per i suoi maestosi palazzi reali. Secoli fa la regione che corrisponde all’attuale Paese dell’Africa Occidentale era infatti suddivisa in numerosi principati. La leggenda narra che Dakodonu, uno dei capi locali, avendo discusso con suo fratello per il diritto alla successione al trono, si insediò ad Abomey, nel cuore del Benin, con il permesso dei capi Gedevi, i governanti del posto. Era circa il 1625.

Quel che è certo è che il regno di Dahomey venne fondato attorno al 1600 dal popolo Fon che si era recentemente insediato nell’area, forse a causa di un matrimonio. Il re fondatore di Dahomey iniziò immediatamente a razziare i territori circostanti per estendere il proprio potere. Il regno, con capitale ad Abomey, fondò la propria grandezza su uno stato di guerra continuo: ciascun sovrano volle infatti lasciare al proprio successore un regno più vasto e potente rispetto a quello che aveva ereditato impegnandosi così in guerre contro i vicini, soprattutto contro gli Yoruba della Nigeria.

Oggi si può fare un tuffo nella storia del Paese visitando il Palazzo Reale di Abomey – capitale dell’antico regno di Dahomey – che è una delle principali attrazioni del Benin. All’interno di questa reggia si sono succeduti 12 re dal 1625 al 1900. Ognuno di essi costruì il proprio palazzo all’interno della stessa area circondata da un’imponente muraglia, mantenendo i palazzi precedenti per quanto riguarda l’uso dello spazio e dei materiali. L’unico re che stava al di fuori, era il Re Akaba.

Gli edifici, ricchi di sculture, bassorilievi e murales, vennero distrutti da un incendio nel 1892 e da una tornado nel 1984. I palazzi sono stati dichiarati dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità nel 1985. Sono quindi stati restaurati e recuperati completamente. Periodicamente ospitano le cerimonie dei re tradizionali e ogni giorno possono essere visitati, assieme all’interessante museo storico di Abomey. I palazzi reali di Abomey sono l’unico ricordo di questo regno scomparso. La città è, per questo, una delle principali mete turistiche del Benin.

La visita agli edifici diventa ancora più interessante se si pensa che in passato erano difesi da un esercito di donne-guerriere, chiamate “amazzoni” dai conquistatori europei. In origine le Amazzoni del Dahomey erano addette alla guardia personale dei regnanti. Nel 1880, con l’inizio dell’espansionismo coloniale francese, il sovrano inserì le donne nell’esercito regolare: venne così formato un esercito composto da 12.000 guerrieri, un terzo dei quali erano donne. Le ragazze venivano reclutate durante l’adolescenza in base alla loro forza fisica e psicologica, fondamentali per poter resistere al duro addestramento che le aspettava. Una volta selezionate, le amazzoni dovevano prima di tutto giurare fedeltà al re e fare voto di castità. Dopodiché potevano andare in guerra. Armate di un lungo coltello simile a un machete, un rasoio e un fucile a pietra focaia, tenevano spesso un chiodo legato al polso e si limavano i denti per renderli più affilati. Il loro coraggio e la loro ferocia in battaglia divennero leggendari e molte persero la vita difendendo la capitale del regno – Abomey – dall’assalto francese.

(Valentina Giulia Milani)

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