Benin, promulgata la legge che riconosce la cittadinanza a tutti gli afrodiscendenti

di claudia
AFRORICCI

È stata promulgata lo scorso 2 settembre, ma la notizia è emersa soltanto lunedì, la legge che riconosce la nazionalità beninese per gli afrodiscendenti. La legge era stata annunciata dal presidente Patrice Talon durante una visita ufficiale in Brasile, a maggio, durante la quale aveva annunciato di voler aprire la cittadinanza beninese “a tutti gli afrodiscedenti che lo desiderano”: in base a questa legge agli afrodiscendenti che hanno beneficiato della nazionalità beninese senza riconoscimento saranno conferiti “tutti i diritti e gli obblighi ad essa connessi”. Ma con qualche eccezione: gli afrodiscendenti potranno beneficiare di tutti i diritti legati alla nazionalità, ad eccezione dei “diritti politici e dell’accesso alla funzione pubblica beninese”. Pur essendo un fatto storico, la cittadinanza agli afrodiscendenti non sarà “a pieno titolo” ma una nazionalità per riconoscimento, ovvero che può aprire a sua volta ad una cittadinanza piena ma per ottenere la quale sono necessari almeno 5 anni di residenza in Benin.

Il richiedente deve inviare la sua richiesta al ministro della Giustizia beninese e soddisfare alcuni criteri: “Avere almeno 18 anni, dimostrare la sua discendenza afro mediante testimonianze autenticate, documenti di stato civile o test del Dna effettuato in un laboratorio autorizzato dalla Repubblica del Benin”. Coloro che non hanno presentato domanda internamente, dal territorio del Benin, la cittadinanza è concessa in via provvisoria per tre anni.

La nazionalità sarà concessa con decreto del consiglio dei ministri e darà libertà di ingresso, soggiorno e uscita dal Paese, oltre al diritto al passaporto. Tuttavia, il nuovo cittadino beninese potrebbe perderlo in caso mentisse durante il procedimento o se venisse condannato per un crimine che mette in pericolo la sicurezza interna o esterna, o per terrorismo.

La legge sulla cittadinanza beninese rappresenta una novità assoluta nell’ambito delle politiche per la cittadinanza e secondo la stessa legge “le persone con origini africane deportate nell’ambito della tratta degli schiavi e del commercio triangolare” possono richiedere la naturalizzazione beninese, una politica che è l’incontro tra il “sogno del ritorno” e una sorta di “riparazione” ai discendenti degli schiavi.

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