Un rapporto delle Nazioni Unite, di cui sarebbe venuto in possesso il New York Times, accusa il fondatore della Blackwater, Erik Prince, di aver violato l’embargo internazionale sulle armi alla Libia. Questa accusa potrebbe, secondo il Nyt, esporre la società, che fornisce servizi di sicurezza, a rischio di sanzioni Onu.
Secondo il rapporto del gruppo di esperti delle Nazioni Unite, consegnato giovedì dagli investigatori Onu al Consiglio di sicurezza, Prince avrebbe dispiegato un contingente di mercenari stranieri, armati di aerei d’attacco, armi pesanti e strumenti per la guerra cibernetica, nella Libia orientale a sostegno dell’uomo forte della Cirenaica, Khalifa Haftar.
Il piano per inviare mercenari occidentali in Libia avrebbe preso corpo mentre altri combattenti stranieri stavano arrivando nel Paese nel 2019 e nel 2020 sostenuti da nazioni estere tra le quali Russia, Turchia ed Emirati Arabi Uniti.
È probabile, secondo le dichiarazioni di un diplomatico raccolte dal Nyt, che Prince venga deferito al Comitato per le sanzioni delle Nazioni Unite, che potrebbe ordinare un congelamento dei suoi beni o impedirgli di viaggiare. I membri permanenti del Consiglio di sicurezza, inclusi Stati Uniti, Russia o Cina, potrebbero porre il veto a qualsiasi potenziale sanzione contro Prince, che ha avuto rapporti con tutti e tre i Paesi.
«Erik Prince non ha avuto assolutamente nulla a che fare con alcuna operazione in Libia nel 2019, o in qualsiasi altro momento», ha però detto in una e-mail un portavoce di Prince.