Blinken oggi in Rdc, aspettative sulla crisi con Kigali

di claudia
anthony blinken

Prosegue la visita in Africa del Segretario di Stato americano Antony Blinken, che dal Sudafrica è atteso oggi a Kinshasa, capitale della Repubblica Democratica del Congo. Il Segretario di Stato incontrerà Felix Tshisekedi, il presidente della Repubblica, e altre figure politiche congolesi.

Secondo fonti della presidenza della Repubblica e del ministero degli Affari Esteri, la sicurezza giocherà un ruolo di primo piano nelle discussioni tra le autorità congolesi e il leader americano. La Rdc, osserva l’emittente Rfi, si aspetta molto dagli Stati Uniti, in particolare per quanto riguarda l’attivismo del gruppo armato M23 e le tensioni tra Kinshasa e Kigali.

Prima di lasciare il Sudafrica, anche Antony Blinken ha espresso la sua “preoccupazione” per questo scenario di tensione tra il Congo e il Rwanda e ha detto di temere un peggioramento di situazione.  Ha assicurato che Washington “cercherà di abbassare la tensione e la violenza” attraverso la diplomazia, sperando di aiutare i due Paesi a “risolvere le loro divergenze”.

Secondo il corrispondente di Rfi a Kinshasa, le autorità congolesi aspettano che Antony Blinken condanni apertamente il Ruanda, convinti che le autorità di Kigali – sotto il regime di Paul Kagame – sostengano il movimento armato M23 nell’Est della Repubblica Democratica del Congo.

Secondo l’entourage di Tshisekedi, le autorità congolesi sperano anche che gli Stati Uniti inseriscano l’M23 nella loro lista dei movimenti terroristici come hanno fatto nel marzo 2021 con il gruppo di origine ugandese Adf. Sempre secondo Rfi, anche la società civile incoraggia il segretario di Stato americano “a fare pressioni su Kigali” insieme ad altri partner internazionali “perché il Ruanda ritiri i suoi uomini dal territorio congolese”, come ha detto Floribert Anzuluni, coordinatore di Filimbi, movimento pro-democrazia.

Sempre nel capitolo sulla sicurezza, Kinshasa chiederà anche ad Antony Blinken di essere coinvolto affinché le misure che circondano le importazioni congolesi di armi e altro materiale bellico vengano revocate.

I Paesi che esportano in Congo-Kinshasa sono tenuti a notificare al Comitato per le sanzioni istituito dal Consiglio di sicurezza tutte le transazioni di armi verso il territorio congolese. Considerato da Kinshasa come una forma di embargo, questo sistema di notifica, affermano fonti delle Nazioni Unite, consente di garantire che il materiale bellico inviato alla RDC sia effettivamente consegnato all’unico destinatario autorizzato, ovvero il governo congolese. Tuttavia, sono decenni che il Paese, in particolare l’est, è invaso da milizie armate.

Oltre alle questioni di sicurezza, saranno all’ordine del giorno altri settori della cooperazione bilaterale come l’economia, la salute e la politica. Le autorità congolesi si aspettano di più dal partenariato privilegiato per la pace, la prosperità e la conservazione ambientale stipulato dagli Stati Uniti e dalla Repubblica democratica del Congo nel 2019. 

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