Blocco commerciale Sudan-Kenya: tensioni politiche e crisi economica

di claudia

Stanno creando scompiglio tra gli esportatori del Kenya le restrizioni imposte dal Sudan sui prodotti importati dal vicino Paese dell’Africa orientale, che ha deciso, unilateralmente, di bloccare il commercio transfrontaliero in seguito al sostegno di Nairobi alla formazione di un governo parallelo da parte dei gruppi armati che in Sudan animano la guerra civile.

Il Kenya è infatti uno dei principali partner commerciali del Sudan, ma dalla scorsa settimana il blocco delle importazioni dalla più grande economia dell’Africa orientale al paese dilaniato dalla guerra stanno mettendo in difficoltà gli operatori economici di entrambi i Paesi. Il commercio Kenya-Sudan, infatti, è già in calo da tempo per via della guerra civile: da un volume commerciale stimato di 37 milioni di dollari qualche anno prima del conflitto, le importazioni di prodotti keniani, principalmente tè, caffè e altri beni industriali, hanno subito un forte calo, scendendo a soli 18 milioni di dollari l’anno scorso. A causa del conflitto, la filiale della British american tobacco (Bat) di Khartoum è stata costretta a chiudere, con conseguenti perdite per il Kenya pari a 2 miliardi di scellini (15,4 milioni di dollari).

In seguito alla decisione di Khartoum di vietare ogni commercio diretto con il Kenya, questa quota potrebbe scendere ulteriormente.

Il Sudan dispone di corridoi commerciali alternativi per i prodotti keniani attraverso l’Egitto e alcune parti del Medio Oriente, che potrebbero garantire la disponibilità di cibo: ad esempio, il Sudan potrebbe ancora importare il tè keniano tramite l’Egitto o i Paesi del Golfo, regioni che acquistano anche la maggior parte del tè keniano tramite la Mombasa Tea Auction, prima di miscelarlo e rivenderlo, ma nel frattempo il tè che era in attesa di essere spedito resta fermo e, con esso, i commerci. I confini porosi del Sudan potrebbero anche significare che i beni a cui è vietato l’ingresso potrebbero ancora trovare un modo per entrare in Sudan.

Le autorità di Khartoum sono furiose per il livello di sostegno del Kenya alle Rapid support forces (Rsf), uno dei protagonisti del conflitto civile in corso, che a Nairobi alla fine di febbraio hanno istituito un governo parallelo e il cui leader Mohamed Hamdan Dagalo ha incontrato più volte il presidente keniano William Ruto: in tal senso, la sospensione degli scambi commerciali con il Kenya è il modo in cui le autorità sudanesi esprimono il loro disappunto per l’accoglienza riservata alle Rsf a Nairobi. Da allora tuttavia il governo del Kenya ha rallentato il suo sostegno al governo parallelo, soprattutto dopo le critiche feroci piovute anche internamente sul presidente Ruto. Dall’aprile 2023, il gruppo paramilitare guidato dal generale Dagalo è impegnato in un conflitto armato con la giunta militare guidata da Abdel Fattah al-Burhan, un conflitto che ha causato oltre 30.000 morti e 12 milioni di sfollati.

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