La crescita dei sistemi di pagamento istantaneo (Ips) continua in Africa, secondo un rapporto congiunto della Commissione economica per l’Africa delle Nazioni Unite (Uneca) e della Banca mondiale, che ritengono che nel 2022, l’importo delle transazioni tramite questi sistemi è ammontato a circa 1,2 trilioni di dollari nel continente.
L’indagine, che evidenzia la continua crescita dell’offerta di Ips e della domanda per le loro funzionalità, censisce nel continente 32 sistemi di pagamento istantaneo, dopo il lancio di tre nuovi strumenti in Etiopia, Marocco e Sudafrica negli ultimi dodici mesi.
Sebbene solo nove Paesi in Africa abbiano attualmente accesso a sistemi di pagamento istantaneo inclusivo (Iips) in fase avanzata, il volume e il valore totale dei pagamenti elaborati sono cresciuti rapidamente dal 2018, rispettivamente del 47 e del 39%. Tali performance sono state raggiunte in particolare attraverso tre sistemi nazionali in Ghana, Malawi e Zambia e un sistema regionale, GimacPay, lo switch regionale che collega tutti i Paesi della Comunità economica e monetaria dell’Africa centrale (Cemac). Se “questa crescita rivela progressi considerevoli” occorre affrontare diverse sfide, indica il rapporto. Ad oggi, sottolineano gli autori del documento, la maggior parte degli Spi operativi non sono classificati, a causa della mancanza di dati e informazioni pubblicamente disponibili sulle loro prestazioni, o hanno raggiunto solo un livello base di inclusività, in quanto offrono funzionalità di canale minime e solo contatti interpersonali. Sono supportate le transazioni tra persona (P2P) e persona-azienda (P2B). Tuttavia, 27 Paesi non hanno ancora istituito SPI nazionali, anche se 17 di loro lo stanno prendendo in considerazione e tre Spi regionali sono in fase di sviluppo nel continente.
Il rapporto, che valuta il livello di inclusività degli Ips dal punto di vista dei consumatori e da casi di studio, tra gli altri eKash in Ruanda, Natswitch in Malawi, il National Financial Switch in Zambia, nonché il Gimac, si basa anche su sondaggi e interviste con esperti di pagamenti digitali, utenti finali e micro, piccole e medie imprese (Mpmi) nelle aree urbane e periurbane di Camerun, Malawi, Marocco, Ruanda e Senegal.