Il Botswana è conosciuto soprattutto per i safari che si possono fare nei suoi numerosi parchi: circa il 17% del territorio del Paese dell’Africa meridionale è occupato da parchi o riserve nazionali, mentre un altro 20% rientra nella categoria Wildlife Management Areas (zone a fauna controllata). Ma in Botswana, oltre ai “big five”, è possibile ammirare affascinanti pitture rupestri.
Nei dintorni di Gaborone, capitale del Botswana, vi è un luogo considerato dagli tswana uno dei ‘quattro luoghi sacri della creazione’. Si tratta di Matsieng, dove è possibile scoprire incisioni rupestri e impronte di grossi piedi impresse nella roccia. Numerose leggende aleggiano intorno a questo posto. Una delle tante narra che Matsieng era un gigante che viveva in mezzo alla natura e che lasciò le impronte mentre usciva da una grotta, circondato dagli animali sia domestici che selvatici con i quali abitava.
Un’altra zona archeologica interessante è quella delle colline di Lepokole che sono un prolungamento delle colline Matobo dello Zimbabwe e si trovano a una trentina di chilometri a nord di Bobonong, cittadina situata nel distretto centrale del Botswana. Numerose sono le grotte e le gole le cui pareti sono state incise dal popolo san. Vi sono anche utensili risalenti all’Età della Pietra.
Ed è proprio in una regione meridionale dell’Africa compresa tra Botswana, Sudafrica e Lesotho che sono state rinvenute pitture rupestri quasi intatte realizzate oltre 5.000 anni fa. Si tratta di 14 siti con pitture rappresentanti scene di caccia estremamente dettagliate che risultano essere le più antiche mai scoperte in quella regione.
(Valentina Giulia Milani)