di Céline Camoin
Hanno sollevato diverse reazioni le affermazioni del Presidente della Tunisia Kais Saied sull’immigrazione irregolare “che prendono di mira i subsahariani” pronunciate nei giorni scorsi. Tra queste, le manifestazioni antirazzismo in Tunisia o l’invito del governo maliano ai propri concittadini residenti nel Paese nordafricano di fare rientro a casa.
Il presidente della Commissione dell’Unione Africana, Moussa Faki Mahamat, ha condannato con fermezza le “dichiarazioni scioccanti” fatte dalle autorità tunisine contro concittadini africani, “dichiarazioni che contravvengono alla lettera e allo spirito della nostra organizzazione e dei nostri principi fondatori”.
Moussa Faki precisa che la vicepresidente dell’Ua e la commissaria per gli Affari umanitari e lo sviluppo sociale hanno ricevuto il rappresentante permanente della Tunisia presso l’Ua per esprimergli le vive preoccupazioni dell’Ua sulla forma e sul fondo delle dichiarazioni che prendono di mira i concittadini africani, a prescindere dal loro status legale nel Paese.
Il presidente della Commissione Ua ricorda che i membri dell’Unione hanno l’obbligo, in virtù del diritto internazionale, di trattare i migranti con dignità, qualunque sia il luogo di provenienza, di astenersi da discorsi di odio a carattere razzista, in grado di nuocere alle persone. Il comunicato di Moussa Faki Mahamat è stato pubblicato tre giorni dopo che, il 21 febbraio, il presidente tunisino Kais Saied ha fatto dichiarazioni controverse sull’immigrazione irregolare degli africani sub-sahariani in Tunisia e sui mezzi per affrontarla.
Il presidente Saied ha infatti dichiarato che “c’è stata la volontà, dall’inizio di questo secolo, di cambiare la composizione demografica della Tunisia”. “Attraverso queste ondate successive di migrazione irregolare, si cerca di fare della Tunisia un Paese puramente africano che non appartiene al mondo arabo-musulmano”, ha detto il presidente.
Saied ha persino denunciato che alcuni hanno ricevuto ingenti somme di denaro, dopo il 2011, per insediare i sub-sahariani in Tunisia. Saied ha invocato la necessità di porre fine a questo fenomeno “che può avere diverse ripercussioni, come crimini e pratiche inaccettabili”; ha quindi ordinato a tutte le parti interessate, vale a dire diplomatici, militari e della sicurezza, di applicare la legge relativa all’immigrazione clandestina. Ha inoltre affermato che coloro che stanno dietro a questo fenomeno fanno tratta di esseri umani, mentre pretendono di difendere diritti umani.
Saied ha tuttavia dichiarato che la Tunisia è orgogliosa della sua appartenenza africana, ricordando che è uno dei Paesi fondatori dell’Organizzazione dell’Unità Africana e che ha sostenuto molti popoli nella loro lotta per la liberazione e l’indipendenza.
Tunisini in manifestazione contro il razzismo
Una manifestazione contro il razzismo e il giro di vite degli ultimi giorni, in Tunisia, contro i migranti dell’Africa sub-sahariana si è svolta sabato al quartier generale dei giornalisti tunisini in Avenue Habib Bourguiba a Tunisi.
Secondo il portavoce del forum dei diritti economici e sociali tunisini, responsabile del fascicolo dell’immigrazione, Romdhane Ben Amor, questo evento è una conferma che la Tunisia è contro il razzismo e che garantirà i diritti di tutti i migranti senza eccezione. Il fatto che si trovino in una situazione irregolare non influisce sui loro diritti, ha assicurato. Secondo Mosaique Fm, ha aggiunto che il discorso del presidente della Repubblica, Kais Saied, ha messo a repentaglio i migranti in una situazione irregolare in Tunisia.
Ben Amor ritiene che il presidente della Repubblica sia chiamato a scusarsi dopo il discorso della scorsa settimana. L’attivista umanitaria, Sadia Mosbah ritiene, dal canto suo, che il presidente della Repubblica non aveva intenzioni razziste, ma ciò che è stato compreso dal suo discorso non può che essere razzista.
L’ambasciata del Mali in Tunisia ha invitato i cittadini maliani che lo desiderano a registrarsi per il rientro volontario. Questo, a seguito delle osservazioni fatte da Kais Saied, presidente tunisino, il 21 febbraio al Consiglio di sicurezza nazionale secondo cui “l’immigrazione clandestina fa parte di un complotto per modificare la demografia della Tunisia, in modo che sia considerata solo un paese africano e non un Paese arabo e musulmano”.
L’ambasciata indica che il governo sta seguendo con la massima preoccupazione la situazione dei maliani in Tunisia. E che in questi momenti molto preoccupanti l’Ambasciata a nome delle massime autorità del Paese esprime solidarietà nei confronti dei maliani che vivono in Tunisia e li invita alla calma e alla vigilanza nel rigoroso rispetto delle leggi e dei regolamenti del Paese ospitante.
Il ministero degli Affari Esteri e dei senegalesi all’estero ha reagito alle osservazioni delle autorità tunisine sui migranti sub-sahariani, creando un’unità di crisi, attraverso l’ambasciata a Tunisi, per garantire la protezione dei concittadini e dei loro beni. A tale scopo sono stati attivati due numeri verdi.
I collaboratori della ministra Aissata Tall Sall hanno riferito di “monitorare attentamente” la situazione prevalente in Tunisia, in relazione ai migranti di origine sub-sahariana.
In un comunicato stampa diramato ieri, il ministero ricorda, a questo proposito, il “particolare attaccamento” del Senegal alla sicurezza e all’incolumità delle comunità senegalesi ovunque risiedano e in ogni circostanza. Il ministero invita i connazionali stabiliti in questo Paese alla “calma e serenità”.