Stanno facendo il giro del mondo le tre scimmie scelte dalla Lega Serie A per contrastare il razzismo nel calcio italiano. E non è affatto una bella pubblicità. Polemiche e critiche stanno piovendo da ogni dove. I più importanti media internazionali – dal New York Times alla BBC alla CNN – stanno dando ampia visibilità all’immagine choc. Sotto accusa finiscono i vertici dell’organo che gestisce il campionato di calcio nel nostro Paese.
Ora dopo ora, la scelta di quella immagine si sta trasformando in un clamoroso autogol nella delicata partita contro le discriminazioni nel calcio.
«È una vergogna – ha tuonato in un’intervista al Telegraph Michael Yormark, a.d. della Roc Nation, l’agenzia che rappresenta tra gli altri Romelu Lukaku, calciatore belga dell’Inter nato da genitori congolesi. «Ogni volta che la Lega apre la bocca peggiora la situazione. Ogni volta che la Serie A se ne esce con qualcosa che riguarda il razzismo e la loro strategia per combatterlo, peggiora la situazione. Quelle immagini sono insensibili, imbarazzanti non solo per la Lega ma per i club in tutta Italia. Non riesco a comprendere. È solo un’ulteriore indicazione della loro incapacità di capire il problema. Non hanno la minima idea di cosa fare in relazione al tema del razzismo nel calcio. È tempo di chiedere consulenza alle delle organizzazioni per capire questo problema. Lukaku è molto deluso da come le cose vengono gestite in questa stagione. È responsabilità della Lega. Devono indicare la direzione, i toni, devono avere un piano di azione e metterlo in pratica. Deve iniziare qui e poi essere applicato dai 20 club di Serie A. Come possono i club prendere una posizione dura contro il razzismo, se la Lega non ha alcuna idea di che cosa stia facendo?».
Negli stadi italiani abbiamo visto il peggiore repertorio razzista: bucce di banana lanciate in campo, ululati e insulti nei confronti di giocatori di origine africana o semplicemente con la pelle nera. Il germe del razzismo si è diffuso fuori e dentro il mondo del pallone. Ma attorno a questo mondo, che aggrega decine di milioni di appassionati, si è alimentato ed è cresciuto in modo pauroso. E gli uomini chiamati a dirigere questo mondo non finiscono di stupirci per la loro inadeguatezza nel gestire un problema, che è anzitutto culturale. Viene in mente la clamorosa gaffe di Carlo Tavecchio, presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio fino al novembre 2017, che nel 2014 durante l’assemblea dei dilettanti, parlando dei giocatori stranieri, commentò: «Le questioni di accoglienza sono una cosa, quelle del gioco un’altra. L’Inghilterra individua dei soggetti che entrano, se hanno professionalità per farli giocare, noi invece diciamo che ‘Opti Poba’ (nome di fantasia che ricorda quello del centrocampista francese Paul Pogba, all’epoca in forza alla Juventus, NDR) è venuto qua che prima mangiava le banane e adesso gioca titolare nella Lazio e va bene così».
Ora lascia senza parole questa immagine che dovrebbe simboleggiare la lotta alla discriminazione. L’autore dell’opera (realizzata lo scorso maggio, in occasione della Finale di Coppa Italia, torneo gestito dalla Lega), l’artista Simone Fugazzotto, ha spiegato: «Io proprio ho cercato di rigirare le parole dei razzisti. Allo stadio gridano scimmia e lanciano le banane, fanno il verso della scimmia. Allora ho pensato: visto che non riusciamo a spiegargli tutti uomini, gli dico che siamo tutti scimmie. E siamo tutti uguali… Mi aspettavo una polemica, ma non di questo tipo. Sono orgoglioso di quanto fatto, sta succedendo un casino perché io per la prima volta ho cambiato le cose, il linguaggio». L’artista fa l’artista: libero di interpretare il mondo come vuole. Il pubblico è libero di apprezzare o meno le sue opere. Non è questo il punto, non è questo in discussione. Il tema è un altro. Che reazioni suscita quell’immagine? È efficace per promuovere l’integrazione, la fratellanza e la multiculturalità? O al contrario, evoca il razzismo che si vorrebbe combattere? Alcuni club di serie A, tra cui Milan e Roma, si sono già dissociati. La società giallorossa ha pubblicato un tweet velenoso: “L’As Roma è molto sorpresa nel vedere oggi sui social delle scimmie dipinte su dei quadri in quella che sembra essere una campagna contro il razzismo della Serie A. Siamo consapevoli che la Lega voglia combattere il razzismo ma non crediamo che questo sia il modo giusto per farlo”.
La International advertising association, la più rilevante organizzazione internazionale di leader del marketing e della comunicazione a livello mondiale presente in 56 Paesi, tra cui l’Italia, boccia senza appello il soggetto scelto dalla Lega Serie A “non tanto per la qualità artistica o realizzativa né tanto meno per il concept, quanto invece perché un messaggio se vuole impattare su un audience, e figuriamoci se si prefigge di modificare i comportamenti del pubblico, deve essere molto chiaro, diretto e preciso”, spiega a Repubblica Stella Romagnoli, direttore generale di IAA Italy. “Ma soprattutto – continua la rappresentante dei pubblicitari – deve parlare il linguaggio del proprio uditorio. In questo la campagna è fallace. E’ come se Fugazzotto, o meglio Lega Serie A che è il committente – conclude Romagnoli- parlasse in greco antico al popolo degli stadi, un pubblico di gente comune quali tutti noi siamo, per convincerli su un tema enorme come il razzismo”.
Se l’effetto ottenuto è l’opposto di quello che si voleva ottenere le responsabilità vanno ricercate in chi dirige la Lega Serie A e che ha individuato in quell’opera un simbolo per una battaglia di civiltà. Immagine che scuote e indigna non solo i giocatori neri e africani.
Luigi De Siervo, Amministratore Delegato della Lega Serie A, ha diramato una nota per rispondere alle tante critiche piovute sulla Lega Calcio. Ci scusiamo con tutti coloro che si sono sentiti offesi per l’opera. Nonostante l’artista avesse spiegato che il senso della sua creazione fosse proprio un messaggio contro il razzismo, l’opera è apparsa però a molti discutibile. Ciò che non può essere oggetto di discussione è la forte e costante condanna da parte della Lega Serie A contro ogni forma di discriminazione e razzismo, fenomeni che siamo impegnati a sradicare dal nostro campionato. La Lega Serie A sta lavorando alla campagna ufficiale antirazzismo, che non può essere identificata con l’opera di Fugazzotto, e che sarà presentata entro fine febbraio». È un annuncio che suona come un avvertimento sinistro: non c’è limite al peggio.
(Marco Trovato)