di Annamaria Gallone
Se siete appassionati di cinema africano vi farà piacere scoprire che la piattaforma streaming MUBI ha comprato i diritti di un centinaio di capolavori, rendendoli così più accessibili al pubblico. Una full immersion di storie africane da non perdere. Segnaliamo, tra i tanti, tutta la cinematografia del celebre Sembene Ousmane
Per chi ama il Cinema Africano, e non se ne fosse accorto, si è aperta una fantastica possibilità: sono ora accessibili oltre 120 capolavori. Ne ha comprato i diritti la piattaforma MUBI e si stanno succedendo quelli cult, che sono ormai capolavori della cinematografia mondiale, e anche i più recenti, con nuove scelte tematiche ed estetiche.
Una full immersion di imperdibili storie africane, ma al tempo stesso universali. Per farvi venire l’acquolina in bocca ve ne cito qualcuna: YEELEN (1987) Souleymane Cissé – Mali, premio della giuria al festival di Cannes. (Foto di apertura)
La luce, (yeelen in lingua Bambara) è la protagonista di questo film straordinario che parla della trasmissione del sapere attraverso uno scontro generazionale tra padre e figlio, maestri di un sapere magico che è potere e dominio sulla natura. È u viaggio iniziatico doloroso, sospeso in una dimensione atemporale attraverso un paesaggio desertico. Cissé contamina elementi del racconto orale con apporti ‘occidentali’ di genere, dal western alla fantascienza e il messaggio del film è chiaro: il sapere non deve rappresentare il potere nelle mani di un solo uomo, ma deve rappresentare un bene comune, patrimonio utile per tutti.
Ricordo di avere visto il film a Cannes e di essere stata folgorata per la bellezza estetica del film, l’intensità dell’interpretazione degli attori (indimenticabile lo sguardo del figlio durante lo scontro con il padre) e la magia che impregna tutto il film.
E poi TUTTI i film del decano Sembene Ousmane, dal primissimo film girato in Africa da un Africano, BOROM SARRET, del 1963, storia di un povero carrettiere duramente penalizzato perché entrato nei quartieri ricchi di Dakar all’ultimo, a MOOLAADÉ, del 2003, storia di donne coraggiose che si battono contro le mutilazioni genitali femminili. Durante la sua carriera, che è durata oltre cinquant’anni, ha realizzato quattordici film (oltre a cinque romanzi e cinque raccolte di novelle) e tutta la sua opera è animata dal suo appassionato impegno politico contro il razzismo e l’oppressione falsamente benevola da parte del mondo occidentale. Basti citare LA NOIRE DE: in un abbagliante bianco e nero, il film non è affatto datato poiché la storia che narra, ispirata da un fatto reale, potrebbe purtroppo essere contemporanea. Una ragazza senegalese segue in Europa i suoi “padroni bianchi”, sognando un mondo nuovo meraviglioso. Ben presto si rende conto di essere una schiava in cattività, oggetto di razzismo più o meno consapevole, in un percorso di alienazione e solitudine che la porta al suicidio.
E potrete vedere l’appassionato SAMBIZANGA, girato in Angola da Sarah Maldoror nel ’72 sulla lotta di liberazione, o HIÈNES del senegalese Djbril Diop Mambety, dal dramma “La visita della vecchia signora” di Friedrich Dürrenmatt., sul malvagio potere del denaro, capolavoro di un genio assoluto capace di creare con il linguaggio della poesia storie universali. E le opere di Idrissa Ouedraogo, meravigliose “favole morali” che con uno stile unico hanno saputo parlarci di un’Africa senza schermi.
Nel programma anche grandissimi registi del Nord Africa, come l’egiziano Youssef Chaine. Tutti questi registi sono scomparsi, ma le loro opere rimangono, potenti e preziose. E poi ci sono i registi di oggi, premiati nei più importanti Festival Internazionali, da Mahamat Saleh Haroun a Alain Gomis, da Abderrhamane Sissako a Rungano Nyoni.
Inutile continuare l’elenco, che è molto lungo. Facciamo così: seguirò Mubi e vi commenterò ogni film africano programmato.
Promesso!