La giunta militare del Burkina Faso ha dichiarato ieri sera la “mobilitazione generale” per dare allo Stato “tutti i mezzi necessari” per combattere il terrorismo, che affligge il paese dal 2015. L’obiettivo è quello di creare un “quadro giuridico per tutte le azioni da intraprendere” contro gli insorti. Lo si apprende da un comunicato della presidenza che da notizia delle decisioni adottate ieri dal consiglio dei ministri.
Il capitano Ibrahim Traoré, presidente di transizione del Burkina Faso che ha organizzato l’ultimo colpo di stato il 30 settembre, ha fissato l’obiettivo per l’anno in corso di riconquistare il 40% del territorio del Paese, che è controllato da jihadisti affiliati ad Al-Qaeda e al gruppo dello Stato islamico: “Di fronte a questa situazione di sicurezza, la salute della nazione dipende da un’ondata di spirito nazionale da parte di tutte le sue figlie e figli per trovare una soluzione” si legge in una nota il ministro della Difesa, il colonnello maggiore Kassoum Coulibaly. I dettagli del piano non sono stati resi noti, anche se una fonte della sicurezza ha detto ad Afp che includerà l’istituzione dello “stato di emergenza per i territori colpiti” dal terrorismo.
Le autorità hanno anche emesso un “avviso” che conferisce al presidente “il diritto di requisire persone, beni e servizi e il diritto di limitare alcune libertà civili”. Il governo aveva già annunciato a febbraio un piano per reclutare altri 5.000 soldati per combattere l’insurrezione islamista. La scorsa settimana, 44 civili sarebbero stati uccisi da “gruppi terroristici armati” in due villaggi nel nord-est del Burkina Faso, vicino al confine con il Niger, in uno degli attacchi più letali contro i civili da quando Traoré è salito al potere lo scorso settembre.