Sono giorni di stragi continue in Burkina Faso, dove non sembra fermarsi l’avanzata sul terreno degli uomini di Katiba Macina, parte del Gruppo di sostegno all’Islam e ai musulmani, legato ad al-Qaeda. Lo riportano i media burkinabé che ancora riferiscono i bollettini delle perdite.
Il 25 giugno, vicino al confine con il Mali, un attacco contro i civili nel villaggio di Gombel, vicino a Kossi, ha causato la morte di 19 persone e il ferimento di altre 17. Fonti locali collegano questo attacco con l’attacco avvenuto il 23 giugno contro il villaggio di Endekanda, in Mali (regione di Mopti), dove l’autostrada transfrontaliera Rn14 collega il Mali e il Burkina Faso.
Il 26 giugno il gruppo Katiba Macina ha rivendicato un attacco, quella mattina, al villaggio di Boanekuy, al confine con il Mali (provincia di Mouhun). Secondo l’analista Charlie Werb, 45 civili sono rimasti uccisi.
Il 27 giugno, circa 30 miliziani dei Volontari per la difesa della patria, una milizia civile arruolata dal governo come ausiliari dell’esercito, arrivati al dipartimento di Doumbala per aiutare i residenti locali sono stati uccisi dai miliziani durante uno scontro a fuoco in un villaggio vicino alla città di Nouak. Gli islamisti erano un centinaio. In un video girato dopo l’attacco e diffuso ieri su alcuni canali Telegram di Vdp, si vedono anche bruciare case e stalle.
Tutti questi attacchi sono avvenuti nella zona di confine con il Mali, in prossimità di miniere d’oro, sia legali che informali, viene praticata l’estrazione artigianale.