Giovedì, «Jeune Afrique» è riuscito a raggiungere telefonicamente il generale Gilbert Diendéré, fedelissimo di Blaise Compaore, che ha preso la testa del colpo di Stato contro il regime transitorio in Burkina Faso. Lo storico capo della Guardia presidenziale afferma che l’intervento è stato necessario per porre fine a un «grave situazione di insicurezza pre-elettorale che ha prevalso in Burkina». Lui e i suoi uomini sono intervenuti perché «l’autorità di transizione aveva adottato misure disciminatorie» e per «prevenire la destabilizzazione del Paese».
Per quanto riguarda l’arresto del Presidente di transizione, Michel Kafando, e del suo primo ministro, Isaac Zida, il generale Gilbert Diendéré spiega che «sono stati posti agli arresti domiciliari» ma che verranno rilasciati.
Il Presidente della Cnd ha dichiara anche che si terranno le elezioni: «Vogliamo discutere con tutti gli attori politici per riavviare il processo democratico su buone basi. Le elezioni si svolgeranno, ma dobbiamo prima consultarci».
Infine, egli sostiene che i golpisti non appartengono al Congresso per la Democrazia e il Progresso (CDP), il partito di Blaise Compaoré escluso dal le elezioni dalle autorità di transizione. «Abbiamo amici nel Cdp, come in tutti gli altri partiti politici. Ma questa vicinanza con la Cdp non è la ragione che ci ha portato a scendere in campo», osserva Gilbert Diendéré.
(18/09/2015 Fonte: Jeune Afrique)
Burkina Faso – Diendéré: non siamo legati a Blaise Compaoré
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