Burkina Faso, domenica si vota

di Enrico Casale
Burkina Faso

In Burkina Faso è tempo di elezioni. Domani, 22 novembre, gli elettori sono chiamati ai seggi per scegliere il presidente e i membri del parlamento. Sono elezioni difficili a causa del peggioramento della sicurezza dovuto alle azioni dei militanti islamisti che hanno costretto più di un milione di persone ad abbandonare le proprie case e hanno causato almeno 1.600 burkinabé dal 2015. Le elezioni si svolgeranno nonostante le violenze nel Nord e nell’Est del Paese e nonostante 400.000 persone non potranno votare perché hanno smarrito i documenti di identità o non hanno potuto registrarsi.

La nazione è poverissima e quest’anno, oltre alla pandemia di Covid-19, ha dovuto fare i conti con i forti cambiamenti climatici. La parte orientale e meridionale del Paese, di solito caratterizzata da un clima più favorevole, sta sperimentando aumenti delle temperature e siccità. Oggi oltre 9 milioni di ettari di terreni agricoli, pari a un terzo del territorio, sono degradati. Secondo la Fao l’aumento potrebbe procedere a un ritmo di 360 mila ettari l’anno. «Nei prossimi anni, si prevede anche una diminuzione tra il 20% e il 75% delle terre coltivate, insieme a un calo tra il 6% e il 15% nella produzione agricola complessiva. Inoltre, significative carenze di cibo per animali potrebbero portare a una crisi dell’allevamento», scrive la Fao nel suo Piano di risposta umanitaria 2020 per il Burkina Faso. Ciò ha già portato 3,5 milioni di persone, su una popolazione totale di 20,5 milioni, sull’orlo della miseria.

In questo contesto, Roch Kaboré, presidente in carica e leader del Mouvement du peuple pour le progrès, si è ricandidato, cercando un secondo mandato. Gli altri candidati sono: Abdoulaye Soma del Mouvement Soleil d’Avenir) e membro dell’Opposition non affiliée; Ablassé Ouedraogo di Le Faso Autrement; Ambroise Farama dell’Organisation des peuples africains-Burkina Faso; il candidato indipendente Claude Aimé Tassembedo; Kiemdoro Dô Pascal Sessouma di Vision Burkina; Eddie Komboïgo del Congrès pour la Démocratie et le Progrès.

Alle elezioni si sono presentati anche i seguenti candidati: Gilbert Noël Ouédraogo, leader d iAlliance pour la Démocratie et la Fédération – Rassemblement Démocratique Africain;, Isaac Zida del Mouvement Patriotique pour le Salut; Kadré Desiré Ouedraogo, ex primo ministro e candidato del partito Ensemble Agir; Zéphirin Diabré, leader dell’Union pour le Progrès et le Changement; Tahitou Barry del Mouvement pour le Changement et la Renaissance; Yeli Monique Kam del Mouvement pour la Renaissance du Burkina Faso. Solo la candidatura di Kindo Harouna è stata respinta tra le 14 trasmesse il 7 ottobre dalla commissione elettorale, per il mancato pagamento della caparra di 25 milioni di franchi Cfa.

In occasione delle elezioni, la Conferenza episcopale burkinabé hanno lanciato un messaggio. «La storia del nostro Paese è quella di un popolo che ha sempre saputo fare delle differenze culturali, etniche o religiose una fonte di ricchezza e un esempio di coesione – scrivono i prelati  -. Le differenze di opinione politica devono anche essere ricchezza e non fonte di divisione o mezzi per manipolare l’opinione pubblica o di sovversione». Infine la Conferenza episcopale chiede agli uomini e donne di buona volontà di coltivare la solidarietà e la coesione sociale, perché il Paese abbia una democrazia caratterizzata da trasparenza e integrità, con degni rappresentanti che lo conducano verso un futuro sempre più luminoso.

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