Ancora violenze interetniche tra Mali e Burkina Faso. Secondo il portale di informazione regionale Ndarinfo, tra domenica e lunedì scorsi nel villaggio di Hamkane sette persone, di cui almeno tre di etnia fulana, sono morte in scontri intercomunitari. Gli scontri si sono verificati pochi giorni dopo un’altra ondata di violenze interetniche scoppiata in Mali e culminata con il massacro di 160 pastori fulani nella regione centrale di Mopti.
Secondo il governo di Ouagadougou, in Burkina Faso da gennaio sono morte almeno 48 persone in scontri di questo tipo, mentre la società civile parla di oltre 200 vittime. Secondo le autorità del Burkina Faso, ad attaccare i pastori sono stati miliziani vestiti come cacciatori di etnia dogon, questi ultimi da tempo in lotta con i pastori fulani per l’accesso alle risorse del territorio e in relazione alla lotta ai jihadisti: i Dogon accusano infatti i Fulani di avere rapporti con gli estremisti islamici, mentre i Fulani contestano l’azione violenta dei Dogon, accusando l’esercito maliano di armarli.
In seguito alla notizia del massacro, il presidente del Mali Ibrahim Boubacar Keïta ha annunciato lo scioglimento della milizia di autodifesa Dan Nan Ambassagou, di cui fanno parte numerosi cacciatori dogon, affermando che la sicurezza nazionale dev’essere prerogativa del governo centrale, non di gruppi armati. I vertici di Dan Nan Ambassagou hanno tuttavia negato la responsabilità dell’accaduto, accusando il governo centrale di cercare nella milizia un capro espiatorio.
Secondo i media locali, gli abitanti sono stati uccisi a colpi di machete e oltre 55 civili sono rimasti feriti, quindi trasportati nelle vicine strutture alberghiere per ricevere le cure necessarie. L’attacco è avvenuto mentre gli ambasciatori delle Nazioni Unite erano in Mali per discutere proprio la situazione di aumento della violenza nel Paese. L’accaduto ha provocato accorate dichiarazioni internazionali. Le Nazioni Unite hanno sollecitato l’apertura di «un’indagine approfondita, tempestiva e imparziale» per individuare e perseguire gli autori del massacro, inviando sul posto una squadra speciale a questo scopo.