Una nota figura della società civile burkinabé, Bassirou Badjo, è stata arrestata mercoledì a Ouagadougou, in Burkina Faso, da uomini in borghese che si sono presentati come agenti della sicurezza nazionale. È l’ennesimo arresto di una personalità pubblica critica nei confronti della giunta militare al potere nel Paese.
Lo si apprende da un comunicato da Balai Citoyen, organizzazione della società civile di cui Badjo era membro e attivista.
Badjo sarebbe stato prelevato sul posto di lavoro e trasferito “in un luogo sconosciuto” con una modalità di arresto, uomini in borghese e auto senza segni riconoscibili, che è sempre più comune verso gli oppositori in Burkina Faso. Martedì scorso Rasmane Zinaba, anch’egli importante membro e attivista di Balai Citoyen, era stato prelevato con le stesse modalità da casa sua e trasferito in un luogo di detenzione sconosciuto. Il 15 febbraio scorso invece gli avvocati iscritti all’Ordine burkinabé hanno scioperato per chiedere il rilascio di Guy Hervé Kam, loro collega “rapito”, questo il termine che adottano gli oppositori in Burkina Faso per descrivere questi arresti, alla fine di gennaio. Avvocato della famiglia Sankara, Hervè Kam è molto noto, ed influente, nel Paese, anche come notista politico.
Secondo Human Rights Watch, diversi oppositori e dissidenti sono stati “requisiti” per essere forzatamente arruolati e spediti al fronte anti-jihadista. Alcuni di loro, come l’ex-ministro degli Esteri Ablassé Ouedraogo o l’attivista per i diritti umani Daoua Diallo, sono riapparsi dopo settimane in video circolanti sui social networl, in tuta mimetica e Ak-47, in un paesaggio boschivo.
Dal 2015 il Burkina Faso è dilaniato da una sanguinosa guerra contro i gruppi jihadisti, che oggi controllano tra il 50 e il 70% del territorio del Paese saheliano. Un conflitto che ha provocato oltre 20.000 vitime e più di due milioni di sfollati interni. La situazione della sicurezza è una delle concause dei due colpi di stato che hanno animato il Paese negli ultimi anni.