C’è un piccolo giallo attorno all’arresto e alle dimissioni forzate dell’ormai ex-presidente burkinabé Roch Marc Christian Kaboré. Dopo l’annuncio della sua cattura e della detenzione in un campo militare fatto dagli ammutinati, l’account Twitter di Kaboré ha pubblicato alcuni tweet in cui si smentivano le notizie del suo arresto, spiegando che era sotto la protezione della sua guardia pretoriana e in un luogo sicuro. Tweet che, secondo varie fonti, sarebbero stati in realtà scritti e pubblicati dalla sua famiglia, mentre il suo partito pubblicava altri messaggi denunciando il “tentativo di omicidio, fallito” da parte dei golpisti.
Quel che è certo è che né i golpisti, né lo stesso Kaboré, hanno reso noto il luogo in cui si trova l’ex-presidente, né sono state pubblicate sue immagini.
Dopo l’annuncio dei golpisti alla tv nazionale, ieri in serata, Kaboré si è fatto nuovamente sentire, questa volta con un messaggio scritto a mano letto sempre alla tv nazionale in cui ha detto di essersi dimesso “nel migliore interesse della nazione”, dopo due giorni segnati da sparatorie al pesante arma in diversi presidi del paese.
“Con la presente, e nel più alto interesse della nazione, a seguito degli eventi che vi si sono succeduti da ieri, ho deciso di dimettermi dalle mie funzioni di Presidente del Faso, Capo del Governo, Capo supremo degli eserciti nazionali”, si legge nel lettera.
