Burkina Faso, Ibrahim Traoré contro tutti

di claudia

di Andrea Spinelli Barrile

Sono accuse gravi quelle che Ibrahim Traoré, capo della giunta militare alla guida del Burkina Faso, ha fatto ieri dal palco del palazzetto dello sport di Ouagadougou, accusando i vicini Benin e Costa d’Avorio di “voler destabilizzare” la transizione militare burkinabé.

L’occasione è stato un incontro pubblico convocato pochi giorni fa dalla presidenza del Faso e trasmesso in diretta tv: l’incontro ha riunito “le forze vive della nazione” per un dialogo nazionale, un po’ come fatto mesi fa dalla giunta militare del Mali, cui partecipano migliaia di persone provenienti da tutte e 13 le regioni del Paese: organizzazioni della società civile, partiti politici, intellettuali, leader di comunità, religiosi e leader tradizionali, convocati dalla giunta militare per un confronto volto a “indicare la direzione” da prendere nelle scelte politiche e strategiche dei prossimi mesi.

Traoré ha tenuto un lungo discorso, di quelli tipici di un leader che non vuole mollare la poltrona: confermando la volontà di restare presidente per almeno altri cinque anni, annunciando grandi riforme agrarie, pulizia nella pubblica amministrazione, il suo discorso è spaziato dalla politica interna (ha accusato la magistratura di essere faziosa e annunciato “una pulizia nella giustizia”) alla diplomazia (è stato annunciato un taglio consistente del personale nelle ambasciate e, in generale, un taglio delle rappresentanze all’estero) alla sicurezza (l’annuncio dell’arruolamento di 10.000 soldati) fino alla pubblica amministrazione (è stata annunciata una stretta contro “la corruzione, il malgoverno e la mancanza di etica”) e alla diplomazia.

Ed è qui che il colonnello burkinabé ha lanciato le accuse più gravi, rivolto ai vicini Benin e Costa d’Avorio, accusati di voler destabilizzare il Burkina Faso e di ospitare basi militari francesi segrete: “Non abbiamo nulla contro il popolo ivoriano ma abbiamo qualcosa contro coloro che governano la Costa d’Avorio. Lo diciamo e lo ripetiamo ancora: ad Abidjan c’è un centro operativo per destabilizzare il nostro Paese” ha detto Traoré, che ha aggiunto che “nessuno può negarlo e forniremo le prove nei giorni a venire. Vi mostreremo le prove fisiche e capirete di cosa stiamo parlando”. La folla, come si può vedere dai video diffusi sui media burkinabé, era in visibilio. Poi Traoré è passato al Benin: “Nessuno verrà a dirci che in Benin non ci sono basi francesi dirette contro di noi. Abbiamo le prove a portata di mano: due basi importanti. Nessuno può contestarlo”. Traoré ha anche sostenuto di avere “registrazioni audio di agenti francesi in Benin, che interagiscono con i centri operativi dei terroristi” e “organizzano operazioni con loro e li aiutano a farsi curare”.

Le relazioni tra la Costa d’Avorio e il Burkina Faso sono state costellate di problemi e incidenti di varia natura negli ultimi mesi, soprattutto lungo il confine comune tra i due Paesi: alla fine di marzo 2024, un soldato burkinabé e un rappresentante dei Volontari per la difesa della patria, ausiliari civili dell’esercito burkinabé, sono stati arrestati nel nord della Costa d’Avorio per aver attraversato illegalmente la frontiera. Prima ancora, il 19 settembre 2023, due gendarmi ivoriani sono stati arrestati nel territorio del Burkina Faso mentre si trovavano in un sito illegale di ricerca dell’oro. Attualmente, dopo questi due episodi nessun soldato delle due parti è stato rilasciato e, secondo diverse fonti, sono in corso complicati negoziati tra i due governi. I rapporti sono tesi e difficoltosi anche con il Benin: Cotonou accusa da tempo il Burkina Faso di non avere il controllo dei propri confini e, spesso, si sono verificati episodi di attacchi terroristici nel nord del Benin, in particolare nella zona del parco di W, attacchi condotti da singoli o gruppi jihadisti provenienti dal vicino Burkina. Inoltre, il Benin è già ai ferri corti con un altro Paese dell’Alleanza del Sahel, il Niger, che ha bloccato il trasporto di petrolio da un oleodotto cinese verso il porto di Cotonou, dove viene imbarcato a bordo delle petrolifere. Uno stallo che ha visto coinvolti anche alcuni agenti doganali nigerini, arrestati e processati a Cotonou.

carro armato, base militare

Burkina Faso, Benin e Costa d’Avorio fanno parte della Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (Ecowas) anche se il Burkina Faso (come il Mali e il Niger) ha deciso di ritirarsi da questa organizzazione subregionale lo scorso marzo, accusandola di servire gli interessi delle ex potenze coloniali. Lo scorso febbraio Ecowas aveva ridotto le sanzioni imposte ai golpisti burkinabé “per ragioni umanitarie”, invocando la riconciliazione del blocco regionale con questi tre Paesi. Una riconciliazione che oggi appare quasi impossibile. Durante l’ultimo vertice Ecowas tenutosi ad Abuja il 7 luglio, l’Organizzazione (a cui appartiene tuttora la Costa d’Avorio) ha incaricato i presidenti senegalese e togolese di mediare con i tre paesi saheliani, che nel frattempo hanno creato una confederazione conosciuta come Alleanza degli stati del Sahel.

Le accuse di Traoré sono state respinte al mittente sia da Abidjan che da Cotonou. Wilfried Léandre Houngbedji, portavoce del governo del Benin, ha detto alla stampa che “dopo il Niger, tocca al Burkina Faso suonare questa nauseante tromba di disinformazione che non alimenta il patriottismo, ma piuttosto il risentimento delle popolazioni e, in ultima analisi, minaccia la coesistenza pacifica dei popoli “ ricordando che “gli attacchi terroristici registrati finora dal Benin, la stragrande maggioranza dei quali sono stati sventati dalle nostre forze di difesa e sicurezza, sono opera di persone provenienti da oltre i nostri confini con il Burkina Faso e il Niger”. Per tale ragione il governo beninese, dal 2022, mette in piedi piccoli campi militari, le Basi operative avanzate, in diversi comuni di confine.

Ieri sera, anche lo Stato maggiore della difesa francese ha commentato le accuse del colonnello burkinabé, negando l’esistenza di basi militari francesi in Benin: “Gli unici militari permanenti sono l’addetto alla difesa e i cooperanti distaccati presso il ministero dell’Europa e degli affari esteri” precisano le autorità militari francesi.

Lo Stato maggiore dell’esercito precisa che esistono “distaccamenti di addestramento operativo temporanei e di breve durata (Dio) che potrebbero essere schierati lì, composti da soldati francesi in Senegal o in Costa d’Avorio” e che si occupano di sostenere, su loro richiesta, le Forze armate beninesi attraverso azioni di addestramento. Lo Stato maggiore francese ha infine specificato che “attualmente abbiamo cinque basi francesi in Africa: in Ciad, Senegal, Costa d’Avorio, Gabon e Gibuti”.

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