Il governo del Burkina Faso ha descritto l’attacco di domenica a una chiesa nella città di Dablo settentrionale (in cui sono morti un sacerdote e cinque fedeli) come «un barbaro atto di terrorismo che mira a dividere la popolazione». I ministri hanno promesso di punire gli uomini che hanno effettuato l’attacco.
I jihadisti stanno però prendendo il sopravvento in gran parte del Paese. L’esercito, male armato e male addestrato, non riesce a proteggere tutto il territorio nazionale. Nel Nord, dove Ansarul Islam è attivo, oltre mille scuole hanno chiuso negli ultimi mesi a causa delle violenze.
Altri militanti islamici hanno attaccato l’Est del Paese, vicino al confine con il Niger, e il gruppo Jamaat Nusrat al-Islam wal-Muslimin di Jamaa Nusrat è una minaccia in tutto il Sahel.
Di fronte a questa minaccia e considerate le debolezze dei sistemi di difesa nazionali, è urgente una risposta regionale più forte. L’obiettivo è fermare un’ulteriore diffusione della violenza, ma anche sradicare i traffici illegali che finanziano il terrorismo di matrice islamica. Servono quindi armamenti migliori e, soprattutto, un addestramento adeguato di tutti gli operatori delle forze armate e delle forze di polizia locali.