Burkina Faso, in piazza contro la Guardia presidenziale

di Enrico Casale

BURKINA-CRISIS-OPPOSITION-DEMOMigliaia di persone sono scese in piazza ieri a Ouagadougou (Burkina Faso) per chiedere la fine delle ingerenze dei militari nella vita politica. La manifestazione arriva dopo le tensioni dei giorni scorsi che hanno visto confrontarsi in un duro scontro il premier il colonnello Isaac Zida e i vertici della Guardia presidenziale, un corpo d’élite ritenuto vicino all’ex presidente Blaise Compaoré. Zida aveva chiesto lo scioglimento del reparto. A loro volta gli ufficiali aveva chiesto le dimissioni del primo ministro. Gli ufficiali del corpo scelto avevano poi ritirato la loro richiesta avviando negoziati per definire il futuro di questo corpo delle Forze armate.

Il passo indietro avrebbe seguito rassicurazioni sul progetto di sciogliere la Guardia e l’avvio di una trattativa che potrebbe in teoria portare alla sostituzione di Téophile Nikiéma, comandante del corpo nominato dopo la rivoluzione che a ottobre ha destituito il presidente Blaise Compaoré. Ai negoziati partecipa anche il nuovo presidente della Repubblica, Michel Kafando.

Nonostante questo i manifestanti sono scesi in piazza. Portavano grandi cartelli con le scritte: «No alla Guardia presidenziale», «No a un esercito nell’esercito».
«Non possiamo accettare che la Guardia presidenziale minacci la nostra transizione – ha detto un manifestante – Chiediamo loro di lasciare la presidenza». Tutti i manifestanti hanno chiesto che il corpo scelto sia riassorbito dalle forze armate e che sia creato un nuovo corpo che protegga tutte le istituzioni.

Questa dimostrazione è il segno di una crescente sensibilità democratica da parte dei burkinabé. Cacciato l’ex presidente Blaise Compaoré, che ha governato sul Paese 27 anni, la società civile sta cercando di difendere il processo di transizione democratica in vista delle elezioni che si terranno l’11 ottobre. Proprio i militari sono visti come uno dei principali ostacoli verso la tornata elettorale. Va ricordato che subito dopo la caduta di Compaoré furono proprio le forze armate ad occupare le principali cariche e, solo dopo proteste di piazza, i militari accettarono di cedere la presidenza a un civile (pur mantenendo la Presidenza del consiglio).

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