L’architetto Diébédo Francis Kéré ha ritirato venerdì a Londra il prestigioso Premio Pritzker ed è arrivato ieri sera in Burkina Faso dove è stato accolto all’aeroporto internazionale di Ouagadougou da una delegazione governativa comprendente il ministro della Cultura, il ministro delle Miniere e il ministro della Coesione sociale. Lo riferisce l’agenzia di stampa Aib precisando che Kéré ha dedicato il premio a tutto il popolo burkinabé.
A Kéré è stato assegnato a marzo il premio Pritzker, il più prestigioso del mondo dell’architettura, considerato “il premio Nobel dell’architettura”, che per la prima volta è stato conferito ad un africano.
Nato nel 1965 a Gando, in Burkina Faso, Kéré è stato scelto dalla giuria guidata da Alejandro Aravena, a sua volta premio Pritzker nel 2016, per l’attitudine dimostrata nel “trovare modi brillanti, stimolanti e rivoluzionari” ad alcuni dei quesiti cruciali dell’architettura contemporanea.
“In un mondo in cui gli architetti stanno costruendo progetti nei contesti più diversi, non senza polemiche, Kéré contribuisce al dibattito incorporando le dimensioni locale, nazionale, regionale e globale in equilibrio molto personale tra esperienza di base, qualità accademica, bassa tecnologia, alta tecnologia e reale multiculturalismo”.
Attualmente il suo studio di architettura, Keré Architectures, è a Porto Novo in Benin, dove sta realizzando il nuovo palazzo del Parlamento, un progetto che richiama un baobab “sotto il quale le persone si riuniscono per prendere le decisioni” ha spiegato l’architetto burkinabé. Tra gli altri grandi architetti ad avere ottenuto questo riconoscimento ci sono Tadao Ando, Zaha Hadid, Frank Ghery e l’italiano Renzo Piano.