Le elezioni in Burkina Faso non sono “una priorità” ma lo è certamente la “sicurezza”. Lo ha detto il capitano Ibrahim Traoré, leader della giunta militare che da un anno controlla il Burkina Faso, intervenendo alla televisione nazionale quasi un anno dopo essere salito al potere con un colpo di Stato.
Il capitano ha anche annunciato una “modifica parziale” della Costituzione, testo che secondo lui riflette “l’opinione di un pugno di persone illuminate”, a scapito di una “massa popolare”. Le elezioni, “non sono una priorità, ve lo dico chiaramente, la priorità è la sicurezza” perché il Paese è minato dalla violenza jihadista. L’intervento, una sorta di discorso/conferenza stampa/comizio in cui Traoré ha risposto anche ad alcune domande dei giornalisti, è andato in onda a Radio Television Burkinabé (Rtb), che nel weekend l’ha trasmessa decine di volte.
Le elezioni teoricamente erano previste per luglio 2024 ma queste non costituiscono “una priorità”, anche se in tal senso Ibrahim Traoré ha aggiunto che “la nostra scommessa resta” quella di organizzare le elezioni, senza specificare una data.
Alla guida del Burkina Faso dal 30 settembre 2022, Traoré ha ricordato di aver dichiarato “il primo giorno” della sua presa del potere di voler “dedicare il minor tempo possibile” all’organizzazione di nuove elezioni: “Non ci saranno elezioni concentrate solo a Ouagadougou e Bobo-Dioulasso e in alcune città circostanti, tutti i burkinabè devono scegliere il proprio presidente”, ha detto, riferendosi alle due città risparmiate dai frequenti attacchi jihadisti. Per questa ragione, con i gruppi islamisti che controllano tra il 70 e l’80% del territorio burkinabé, organizzare le elezioni ora sarebbe “prematuro” secondo la giunta militare.
Riguardo ad una possibile modifica della legge fondamentale burkinabè, Traoré ha detto che “toccheremo una parte” e apporteremo una “modifica parziale” alla Costituzione.
Interrogato sul tentativo di colpo di Stato rivelato mercoledì dal governo, prima dell’arresto di quattro ufficiali, altri due sono invece in fuga, Traoré ha parlato di “individui manipolati”, affermando che “non c’è malessere” nell’esercito e ha lodato il lavoro e l’arruolamento dei Volontari per la difesa della patria, ausiliari dell’esercito.
Dal 2015, la violenza jihadista in Burkina Faso ha causato più di 17.000 morti e più di due milioni di sfollati interni nel solo Burkina: “Siamo in guerra”, ha detto Traoré, lamentando anche il fatto che “alcuni attori” internazionali non contribuiscono a rafforzare l’equipaggiamento dell’esercit:. “Si rifiutano di veè0nderci” l’equipaggiamento, ha detto specificando che “la maggior parte del nostro equipaggiamento è russo” e che “non c’è molto” “equipaggiamento francese”.
Il Paese si è notevolmente avvicinato alla Russia, che “non ha mai colonizzato un solo Paese” e ha stretto un’alleanza con Mali e Niger, due paesi guidati da regimi militari, con i quali ha creato l’Alleanza degli Stati del Sahel (Aes), con obiettivi di cooperazione nel settore della difesa.
Con “il popolo ivoriano” invece, Traoré ha detto che non c’è “nessun problema” ma ha specificato che le politiche di Abidjan e Ouagadougou “potrebbero differire”. Dopo la sospensione dei media francese di una radio burkinabè, il capitano Traoré ha detto che “le libertà individuali non devono prevalere sulle libertà collettive”.