di Andrea Spinelli Barrile
Burkina Faso, Mali e Guinea Conakry hanno criticato le sanzioni che sono state imposte a questi tre Paesi dalla Comunità economica degli stati dell’Africa occidentale (Ecowas) e dall’Unione africana (Ua) in seguito ai colpi di Stato degli ultimi anni. Lo si apprende da una dichiarazione congiunta rilasciata dopo il vertice dei ministri degli Esteri dei tre Paesi tenutosi a Ouagadougou, Burkina Faso, la scorsa settimana.
Un vertice ha riunito i ministri responsabili degli Esteri di Burkina Faso, Mali e Guinea-Conakry al fine di rafforzare i legami di amicizia e cooperazione tra i tre Paesi.
I ministri dei tre Paesi “hanno deplorato le sanzioni imposte meccanicamente che spesso non tengono conto delle cause profonde e complesse dei cambiamenti politici”, riporta il comunicato, in cui si evidenzia che tali sanzioni impediscono la partecipazione dei loro paesi agli organi statutari dell’Ecowas e dell’Unione africana e in particolare quelli che si occupano delle principali sfide in cui sono maggiormente occupati, come l’insicurezza e lo sviluppo economico umanitario.
L’ipotesi è quella di una federazione tra questi tre Paesi, anche se non è ancora chiaro il quadro politico di riferimento e la progettualità cui stanno lavorando le autoriàtà: le tre delegazioni hanno sottolineato che le sanzioni colpiscono popolazioni già colpite dall’insicurezza e minano la solidarietà subregionale e, per questo, hanno deciso di unire le forze. Durante le varie sessioni di lavoro durante le quali hanno passato in rassegna temi di grande importanza e interesse comune, in particolare il successo dei processi di Transizione del potere che dovrebbero portare al ritorno all’ordine costituzionale in tutti e tre i paesi, la promozione del buon governo, la messa in comune delle risorse per far fronte alle sfide della sicurezza, dell’economia e umanitarie, il rafforzamento delle relazioni tripartite tramite anche la rivitalizzazione dell’asse viario Bamako-Conakry-Ouagadougou, la consultazione su questioni regionali, regionali e internazionali.
Nel comunicato i tre paesi, pur riaffermando il loro attaccamento agli obiettivi e ai principi dell’Ecowas e dell’Unione africana, si sono impegnati a rispondere alle aspirazioni delle popolazioni dei rispettivi paesi e a fare dell’asse Bamako-Conakry-Ouagadougou una “priorità strategica per lo sviluppo del commercio, dei trasporti, dell’approvvigionamento di beni di prima necessità, della formazione professionale, dello sviluppo rurale, dell’estrazione mineraria, della cultura e dell’arte. A tal fine, i capi delegazione hanno rilevato la necessità di istituire e istituzionalizzare un quadro permanente di consultazione tra i tre paesi, lo svolgimento di consultazioni politiche e diplomatiche al più alto livello e il rafforzamento della solidarietà al fine di “garantire la sicurezza”.
Nell’ambito della lotta contro l’insicurezza nella striscia sahelo-sahariana, le delegazioni burkinabé, guineane e maliane hanno rilevato la necessità di unire i loro sforzi e quelli dei paesi della subregione e della regione per affrontare il terrorismo: “Misurando la portata della sfida a livello regionale e l’interconnessione delle fonti di destabilizzazione, richiedono una coerenza di azioni a livello regionale sulla base degli sforzi bilaterali già realizzati”, si legge nel comunicato. Pur incoraggiando la ricerca di soluzioni endogene alle sfide che i loro paesi devono affrontare, i ministri hanno ribadito il loro impegno a esaminare qualsiasi partenariato che rispetti la loro sovranità e soddisfi i bisogni delle loro popolazioni.
I ministri, nel comunicato, hanno anche ribadito il loro attaccamento ai principi di non ingerenza negli affari interni degli Stati. Burkina Faso, Mali e Guinea-Conakry sono tre Paesi governati da regimi militari in seguito a colpi di stato ma a differenza della Guinea, il Burkina Faso e il Mali stanno affrontando una crisi di sicurezza segnata da attacchi terroristici.