Il Burkina Faso ha celebrato a Ouagadougou la 18° giornata mondiale della tolleranza zero verso le mutilazioni genitali femminili. La commemorazione sotto il tema «Nessuna scusa per l’inazione globale: unire, finanziare e agire per porre fine alle mutilazioni genitali femminili», è stata un’opportunità per gli attori nazionali interessati al fine di raggiungere la tolleranza zero nei confronti delle mutilazioni genitali nel 2030.
Secondo i media, il Burkina Faso deve fare fronte all’avvento di nuove forme di pratica, legate in particolare alla clandestinità, all’abbassamento dell’età e alla pratica transfrontaliera delle mutilazioni genitali femminili.
Secondo l’Unicef (agenzia Onu per l’infanzia), il 76% delle donne di età compresa tra 15 e 49 anni in Burkina Faso ha subito una qualche forma di mutilazione. La maggior parte delle ragazze subisce mutilazioni genitali femminili prima dei cinque anni, con una prevalenza che va dal 22 all’87% a seconda dell’etnia.
Le ragioni principali per praticare la Mgf sono l’accettazione sociale, la preservazione della verginità, migliori prospettive di matrimonio e ragioni religiose anche se la Mgf non è stata menzionata in alcun testo religioso.