di Valentina Giulia Milani
Il primo ministro della transizione del Burkina Faso, Apollinaire Joachimson Kyelem de Tambela, ha ribadito lunedì l’impegno del Paese a fare affidamento sulle proprie forze nella lotta al terrorismo, respingendo qualsiasi idea di accettare truppe straniere sul suolo burkinabé. Come riferisce la stampa locale, in occasione della Festa del Lavoro, il capo dello Stato ha spiegato che “se il territorio scompare, nessun diritto può rimanere: che si tratti del diritto al lavoro, del diritto a creare un’impresa o del diritto di espressione, tutto scomparirà”.
Sulla questione delle truppe straniere, il premier è stato chiaro: “Il nostro Wagner (il gruppo paramilitare russo) è il Vdp (Volontari per la Difesa della Patria). Crediamo che spetti alla popolazione difendere il proprio territorio. Spetta alla nazione difendere se stessa. E in nessun momento ci verrà in mente di accettare truppe straniere qui”, ha detto.
Dopo aver ottenuto a gennaio il ritiro di 400 soldati delle forze speciali francesi di stanza dal 2009 nella periferia nord-orientale di Ouagadougou, a marzo il Burkina Faso ha chiesto alle autorità francesi di prendere accordi per la “partenza definitiva” di tutti i militari francesi in servizio nelle amministrazioni militari del Burkina Faso.
Il governo burkinabè ha decretato una “mobilitazione generale e un ordine di allerta” per “fornire un quadro giuridico per tutte le azioni” intraprese dallo Stato nella lotta contro il terrorismo.
In un comunicato del 14 aprile 2023, l’Unione Europea, attraverso la portavoce del suo capo della diplomazia Josep Borrell, Nabila Massrali, aveva detto di aver preso atto dell’adozione del decreto di mobilitazione generale in Burkina Faso e chiesto il rispetto dei diritti umani.