Burkina Faso: processo Sankara, la sentenza avrà un valore storico

di claudia
Thomas Sankara

Ormai della dinamica della morte di Thomas Sankara si conosce molto, se non tutto. Il processo che è iniziato lunedì ha però un grande valore perché può fissare le verità storiche in una sentenza giudiziaria. A sostenerlo è Marco Bello, giornalista italiano, conoscitore della storia del Burkina Faso (dove ha vissuto per alcuni anni), e autore, insieme a Enrico Casale, del libro “Burkina Faso – Lotte, rivolte e resistenza del popolo degli uomini integri” (Infinito, 2016, pp. 173).

Come riportano i media burkinabé il processo è stato rinviato al 25 ottobre, alle 9 del mattino. Lo ha disposto il presidente del tribunale militare di Ouagadougou Urbain Méda, il quale ha accolto una richiesta di due avvocati difensori, che hanno ritenuto di non aver avuto il tempo sufficiente per consultare gli oltre “20.000 documenti del fascicolo”.

Come è stato ucciso Thomas Sankara?
“Sankara è stato ucciso il 15 ottobre 1987. Insieme ai suoi collaboratori più stretti stava per tenere una riunione straordinaria del gabinetto speciale. In quel frangente si avvertirono rumori nel cortile. Poi alcuni spari. Sankara si alzò e si avviò verso l’uscita. “Vogliono me”, gridò. Comparvero alcuni militari che sparono a lui e ai suoi collaboratori. Morirono tutti, tranne Alouna Traoré che sopravviverà e fuggirà all’estero. I corpi vennero poi gettati in una fossa comune da dove verranno riesumati solo anni dopo per dare loro una degna sepoltura”.

Chi sono gli autori dell’omicidio?
“Dietro la preparazione del golpe ci sono certamente potenze straniere. Diversi elementi, venuti alla luce negli anni successivi, hanno confermato l’implicazione di Costa d’Avorio, Liberia e Libia, ma anche di Francia e Stati Uniti. Si dice che del commando che ha ucciso Sankara facessero parte anche mercenari liberiani”.

Che ruolo ha giocato Blaise Compaoré, ex compagno di Sankara e suo successore?
“Compaoré non era sulla scena del delitto, ma era molto probabilmente dietro il complotto. Questo sarà accertato in sede giudiziaria. La cosa certa, che può già essere detta oggi, è che Compaoré era già pronto a fuggire se il golpe non fosse riuscito e che, poco dopo il colpo di Stato, diffuse subito un messaggio nel quale accusava Sankara di aver tradito la rivoluzione”.

Il Burkina Faso però non reagì al golpe…
“In quegli anni, la rivoluzione sankarista era entrata in una fase critica. Sankara, con i suoi provvedimenti, aveva scontentato ampi settori del Paese: i funzionari pubblici ai quali aveva abbassato gli stipendi e tolto privilegi; i sindacati, che erano stati scavalcati dalla rivoluzione; i capi tradizionali, perché Sankara aveva cercato di scardinare il sistema delle chefferie che fino ad allora aveva retto la società burkinabè; i mercati internazionali, perché il presidente burkinabé predicava l’autosufficienza economica; il sistema della cooperazione internazionale al quale aveva reso difficile l’azione. Quindi i golpisti hanno operato su un terreno fertile di scontento che ha facilitato il rovesciamento di Sankara”.

Quale significato ha oggi questo processo?
“La rivoluzione sankarista ha guardato all’Africa come un soggetto attivo e autonomo nel panorama mondiale. Un continente non subordinato, ma protagonista sulla scena internazionale. Ha commesso molti errori, inutile non riconoscerlo, ma ha rappresentato un modello per intere generazioni di africani. Anche di recente, la sua figura è stata rivalutata dai giovanissimi. Politicamente la sentenza non avrà alcuna rilevanza. Storicamente, invece, sarà importante perché servirà per definire le responsabilità che hanno portato alla fine dell’esperienza di un presidente sognatore”.

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