Burkina Faso: sicurezza, situazione in netto deterioramento

di Valentina Milani
soldato del burkina faso

Continua a deteriorarsi la situazione della sicurezza in Burkina Faso nonostante gli annunci trionfali del governo militare, che ogni giorno diffonde notizie di avvenuti scontri a fuoco e bombardamenti sui santuari jihadisti nel Paese nell’ambito delle operazioni militari di lotta al terrorismo. Nelle ultime settimane, sono stati registrati diversi attacchi contro l’esercito e i civili nelle regioni del Sahel e nel nord-ovest del Paese.

Otto soldati burkinabé sono stati uccisi e 41 “terroristi” neutralizzati in un’imboscata tesa la scorsa settimana da uomini armati non identificati contro un’unità militare nella provincia di Oudalan, nella regione del Sahel del Paese. Lo ha appunto annunciato l’esercito in un comunicato di mercoledì scorso. L’agguato ha avuto luogo martedì durante il movimento di ritorno delle unità impegnate nella risposta e nel rastrellamento avviato a seguito dell’attacco al distaccamento di Déou, lunedì scorso, che ha lasciato due morti tra le file dell’esercito, viene precisato nel comunicato.

Nella sola notte tra il 5 e il 6 settembre un triplo attacco ha preso di mira la stazione di polizia di Bondokuy (50 km da Dédougou), e le stazioni di polizia e gendarmeria a Ouarkoye (75 km da Dédougou) nella regione del Boucle du Mouhoun (nel nord-ovest del Paese). Questi attacchi non hanno causato vittime, ma si contano molti danni materiali alle strutture, che sono anche state saccheggiate. Lunedì 5 settembre nel nord-ovest del Paese, la prefettura e la residenza del prefetto della città Solenzo sono state incendiate da uomini armati che hanno poi allestito il loro quartier generale nella residenza: secondo l’Agenzia di informazioni del Burkina (Aib) centinaia di persone sono fuggite dal centro di Solenzo diretti a Bobo-Dioulasso e Dédougou con i loro bagagli. Martedì 6 settembre un convoglio umanitario è saltato su una mina mentre percorreva l’asse Djibo-Bourzanga per portare aiuti nella regione del Sahel, causando 35 vittime e decine di feriti, la maggior parte bambini e, nell’arco della medesima giornata, altri due attacchi ai gendarmi a Ouanobe, nel centro-nord, e al villaggio di Tassiri, nel Sahel, hanno causato almeno altre nove vittime.

Pochi giorni prima il leader dei militari al potere, il presidente Paul-Henri Sandaogo Damiba, aveva fatto il punto sulla lotta all’insicurezza diffondendo un comunicato stampa a tutti i media nazionali e relazionando su una situazione “in miglioramento” in molte zone del Paese, con sconfitte militari pesantissime dei gruppi jihadisti e un rinnovato spirito di corpo dei membri dell’esercito e delle forze speciali. Mentre lunedì scorso Damiba ha effettuato un piccolo rimpasto ministeriale, dopo il quale ha assunto le funzioni di ministro della Difesa Nazionale e dei Veterani.

Un tale situazione di insicurezza ha attirato l’attenzione della Camera di commercio del Burkina Faso che intende “affrontare le sfide del settore privato”, sfide che riguardano anche la questione della sicurezza. Lo ha detto nei giorni scorsi il presidente della Camera di Commercio e Industria del Burkina Faso (Cci-Bf), Mahamadi Savadogo: “La questione della sicurezza e le sue conseguenze umanitarie continuano a mobilitare gli sforzi del governo e dei partner tecnici e finanziari”, una situazione di fronte alla quale la Camera di commercio “non può rimanere al margine degli sforzi compiuti per affrontare le sfide del Burkina Faso, e quindi del suo settore privato”. Lo riportano i media burkinabé.

Savadogo ha rilasciato queste dichiarazioni in occasione del seminario strategico per il mandato 2021-2026 della Cci-Bf, iniziato ieri a Ouagadougou. La Cci-Bf ha voluto tenere questo seminari, al fine di adottare il proprio piano strategico per il mandato 2021-2026, attorno al tema “quale piano strategico in un contesto di sfide di sicurezza e resilienza economica?”.

Non dobbiamo avere altra agenda che quella di sostenere il governo nel ripristino dell’integrità del territorio nazionale, della coesione, della riconciliazione nazionale e del rafforzamento della governance socio-politica”, ha detto Savadogo. Al termine dei lavori di questo seminario, che intendeva essere consultivo raccogliendo le opinioni di tutti al fine di raggiungere un consenso sulle articolazioni del piano strategico da attuare, sono state formulate alcune raccomandazioni al governo: tra queste il rafforzamento delle azioni di riconquista del territorio nazionale, la messa in sicurezza delle strade principali, dei convogli e delle strutture economiche e l’istituzione di un sistema di allerta precoce per gli operatori economici.

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