Le autorità burkinabé hanno annunciato la “sospensione” delle attività del Consiglio norvegese per i rifugiati (Ncr) nei siti degli sfollati interni fino a nuovo ordine. “Di fronte all’evidente volontà di questa organizzazione di screditare il governo e minare gli innumerevoli sforzi compiuti da tutti gli attori della risposta umanitaria, desidero informarvi che ho deciso di sospendere senza indugio tutte le attività dell’Ncr fino a nuovo ordine”, ha scritto il ministro delle Donne, della Solidarietà nazionale, della Famiglia e dell’Azione umanitaria, Laurence Ilboudo, in una lettera inviata alla Ong e ripresa dalla stampa locale.
Nello stesso documento, Ilboudo ha ricordato che nell’ambito della risposta alla crisi umanitaria in Burkina Faso, il governo, attraverso il suo dipartimento, “si assume pienamente le sue responsabilità” in conformità con gli strumenti giuridici nazionali e internazionali, in particolare la Convenzione di Kampala sugli spostamenti interni.
In questo senso, ha aggiunto, “il governo ha fatto la scelta sovrana e strategica di guidare la registrazione degli sfollati interni”, sottolineando che questa opzione ha permesso, fino ad oggi, di contare e registrare “su base regolare” più di 1,4 milioni di sfollati, rendendo possibile fornire agli attori umanitari che lo desiderano le liste necessarie per i loro interventi.
Nonostante questi “notevoli risultati”, secondo il ministro l’Ncr, in una “campagna di comunicazione” sta cercando di screditare il governo, sostenendo che si rifiuta di permettere alle Ong di registrare gli sfollati interni e che vieta alle organizzazioni di soccorso di intervenire nelle zone più inaccessibili.
È la prima volta che le autorità burkinabé sospendono le attività di una Ong che lavora per l’assistenza agli sfollati interni nel contesto della crisi di sicurezza che il Paese sta vivendo dal 2015.
Secondo l’Onu, il Burkina Faso è uno dei Paesi più colpiti dallo sfollamento della popolazione nel Sahel. Le regioni del Sahel e del Centro-Nord sono le più colpite e contano da sole quasi 1,4 milioni di sfollati interni, riferisce Ocha. Lo sfollamento su larga scala ha un forte impatto sulle scarse risorse naturali, con conseguenze negative sia sulla popolazione sfollata che sulle comunità ospitanti, rafforzando il rischio di compromettere la coesione sociale. Un totale 5,2 milioni di persone soffrono di insicurezza alimentare acuta e l’assistenza umanitaria è fondamentale per 10,8 milioni di persone. Tuttavia, solo il 22 per cento dei fondi necessari per la risposta è stato ricevuto, scrive Ocha.