Burkina Faso, sospesi un celebre programma tv e un quotidiano

di claudia
giornalismo

Il Consiglio superiore della comunicazione del Burkina Faso (Csc), l’autorità governativa regolatrice dei media nel Paese africano, ha sospeso per due settimane il programma tv di dibattito politico settimanale 7 info, della televisione privata burkinabé Bf1, uno dei talk politici più seguiti nel Paese, che va in onda la domenica sera. Lo ha reso noto il telegiornale di Bf1 ieri sera all’edizione delle 19:30.

Martedì scorso l’editorialista di Bf1 Kalifara Seré è stato convocato dalla Csc per rendere conto di alcune immagini trasmesse nella sua trasmissione, immagini che mostrano il leader della giunta militare Ibrahim Traoré che dona il sangue, girate domenica scorsa. Durante il talk, Seré ha detto che quelle immagini sono vecchie, risalenti al 2023: questi commenti sono stati ritenuti “diffamatori” dalla Csc. Durante l’audizione presso l’Autorità, riferisce il verbale della stessa, Seré si sarebbe scusato e avrebbe fatto mea culpa e l’organismo di regolamentazione ne avrebbe riconosciuto “la professionalità”. Tuttavia, visto che quella trasmissione è stata anche trasmessa anche su Facebook e su YouTube, le immagini incriminate sono ancora online, “un fatto che costiuisce una violazione” che la Csc ha sanzionato con la sospensione del programma.

Sempre il Consiglio superiore della comunicazione del Burkina Faso (Csc), l’autorità governativa regolatrice dei media nel Paese africano, ha sospeso per un mese un altro media, il quotidiano L’Evenement. Lo si apprende da un comunicato ufficiale della Csc pubblicato sul sito del quotidiano Le Faso.

La Csc spiega che la decisione arriva in seguito alla pubblicazione di un articolo, lo scorso 10 giugno, in cui si denunciava una frode da 400 milioni di franchi Cfa sui fondi destinati ai Volontari per la difesa della patria (Vdp, ausiliari dell’esercito).

La decisione della Csc è del 19 giugno ma è stata resa nota soltanto ieri sera. Il giornale, in un comunicato sul suo sito web, ha fatto sapere di avere impugnato la decisione presso il tribunale amministrativo di Ouagadougou e ha detto di rifiutare “questa sanzione grottesca”.

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