L’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) ha espresso forte preoccupazione per la recente escalation di violenza contro i civili da parte di gruppi armati in Burkina Faso, “che ha costretto migliaia di persone a fuggire, mettendo a dura prova le risorse umanitarie, mentre l’insicurezza continua ad affliggere il Sahel centrale”.
Nella nota di denuncia l’Unhcr si concentra su quanto avvenuto nella notte tra l’11 e il 12 giugno a Seytenga, una città a 15 chilometri dal confine con il Niger, dove gli insorti islamisti hanno attaccato i civili mietendo vittime casa per casa e uccidendo almeno 86 persone. Dal 12 giugno – precisa l’agenzia Onu – quasi 16.000 burkinabé, per lo più donne e bambini, sono arrivati a Dori, nel nord-est del Burkina Faso, dopo essere fuggiti dal brutale attacco. L’Unhcr prevede che altre persone arriveranno nei prossimi giorni, mentre circa 360 persone avrebbero attraversato la regione di Tillabéri, in Niger, aggiungendosi ai 15.500 cittadini burkinabé già presenti nel Paese e costretti a fuggire. “Le autorità e la popolazione locale della città di Tera hanno accolto e ospitato i nuovi arrivati, anche se la maggior parte delle famiglie nigerine è priva di risorse”, si legge nella nota.
La crisi degli sfollati del Burkina Faso è una delle più rapide al mondo, con un numero di sfollati interni che ha raggiunto 1,9 milioni alla fine di aprile, secondo i dati del governo. Nel comunicato viene ricordato che anche altri Paesi del Sahel – Ciad, Mali e Niger – devono affrontare una combinazione di violenza, povertà ed effetti del cambiamento climatico. Negli ultimi dieci anni, più di 2,5 milioni di persone sono infatti fuggite dalle loro case nella regione del Sahel.
In collaborazione con il governo, l’Unhcr e i partner stanno lavorando per rafforzare la risposta all’emergenza. I bisogni più urgenti includono ripari e beni di prima necessità, oltre a servizi idrici, sanitari e igienici e supporto psicosociale. Tuttavia, gruppi armati non statali hanno attaccato le forniture e le infrastrutture idriche del Paese, compreso un recente attacco alla principale rete idrica di Dori.
Le autorità regionali, con il sostegno delle organizzazioni umanitarie, hanno iniziato a trasferire le famiglie che dormono all’addiaccio in tre siti esistenti a Dori per i rifugiati e gli sfollati interni, mentre sono stati identificati altri appezzamenti per ospitare potenziali arrivi futuri.
A fronte di tale drammatica situazione, l’Unhcr chiede alla comunità internazionale maggiore solidarietà e sostegno per il Burkina Faso, compresi i finanziamenti per le operazioni umanitarie per salvare vite umane.