di Andrea Spinelli Barrile
Il portavoce del governo del Burkina Faso Jean Emmanuel Ouédraogo ha confermato ai media burkinabé e alle agenzie internazionali che le autorità di Ouagadougou hanno concesso alla Francia un mese di tempo per ritirare le sue truppe presenti nel Paese. La notizia era iniziata a circolare nel fine-settimana e domenica il presidente francese Emmanuel Macron aveva dichiarato alle agenzie che avrebbe voluto avere la conferma da parte del capo della giunta militare, Ibrahim Traoré.
“In più occasioni le autorità francesi hanno sempre indicato la responsabilità delle autorità burkinabè in presenza di forze francesi in Burkina Faso. Lo ha ricordato il segretario di Stato francese durante la sua recente visita a Ouagadougou” ha detto il portavoce del governo burkinabé alla televisione pubblica (Rtb). Secondo il governo locale, le forze francesi sono presenti a Ouagadougou su richiesta del Burkina Faso e delle sue autorità e “spetta quindi alle autorità burkinabé, se necessario, richiedere la loro partenza” stralciando di fatto l’accordo che prevede la presenza francese in territorio burkinabé, accordo in vigore dal 2018.
Il governo locale ha inoltre precisato che i 30 giorni di tempo concessi alle autorità francese per il ritiro delle truppe sono perfettamente in linea con quanto contenuto nel medesimo accordo, che prevede di fatto un mese di preavviso da parte delle autorità locali proprio in casi come questo.
Ouédraogo ha assicurato che questa decisione non è legata a un evento particolare: ma “è legata solo alla volontà delle autorità di transizione, alla visione complessiva burkinabé per vincere la guerra” contro il terrorismo.
Ouedraogo ha detto anche che “non abbiamo paura. Gli stessi burkinabé si stanno sollevando e faranno in modo che vinceremo questa guerra” ha dichiarato, probabilmente riferendosi alle campagne di arruolamento straordinario e di massa e alla cessione di una percentuale dello stipendio per lo sforzo bellico da parte dei lavoratori dipendenti, provvedimenti tuttavia imposti dalle autorità militari proprio per sopperire alle carenze croniche delle forze armate locali.
Nella sua dichiarazione inoltre Ouédraogo ha ricordato che le autorità francesi hanno sempre sottolineato il sacrificio rappresentato dall’impegno della Francia nel Sahel in generale, riconoscendo un ruolo importante della Francia in tale contesto: “È un sacrificio umano, ma oltre al sacrificio umano è anche un sacrificio economico. La visione della transizione oggi è che saranno gli stessi burkinabé a compiere tale sacrificio per la liberazione del nostro territorio per la riconquista dell’intero territorio e soprattutto per la rifondazione” dello Stato nelle aree dove è ormai assente da anni.
Dalla dichiarazione di Ouedraogo, piuttosto articolata, non emergono tuttavia elementi che permettano di comprendere meglio la strategia delle autorità di transizione: “Contiamo sui nostri mezzi, sulle nostre risorse umane per poter vincere questa guerra. Certo ci aspettiamo appoggio dai nostri amici, soprattutto appoggio materiale per poterci accompagnare nell’attrezzare i Volontari per la difesa della patria e i nostri soldati. Oggi quello che ci aspettiamo dai nostri amici è questo tipo di sostegno” ha spiegato. Al termine della conferenza stampa Ouédraogo ha anche ribadito che il Burkina Faso ha chiesto la sostituzione dell’attuale ambasciatore francese in Burkina Faso, affermando che “le autorità francesi aderiranno a questa richiesta questa settimana”.
Dal colpo di Stato del 30 settembre, il secondo in otto mesi in Burkina Faso, le relazioni diplomatiche tra Parigi e Ouagadougou, già colpite dall’aumento del sentimento antifrancese in Africa, hanno continuato a deteriorarsi.