Si è svolta nella calma la giornata che ha visto ieri i burkinabè convocati alle urne per le elezioni presidenziali e parlamentari. Lo spoglio delle schede è in corso da ieri alle 18.00, l’orario di chiusura di seggi e i risultati potrebbero essere annunciati già domani.
La partecipazione è stata piuttosto timida – le prime stime indicano un’affluenza non superiore al 40% degli aventi diritto – e diversi seggi delle regioni dell’Est e del Sahel sono rimasti chiusi a causa della minaccia di uomini armati. Alla stampa, il presidente della Commissione elettorale nazionale indipendente (Cen), Ahmed Newton Barry, ha riferito che gli abitanti sono stati minacciati di aver il dito tagliato, se quel dito portasse segni d’inchiostro.
Nelle zone settentrionali svuotate dai propri abitanti fuggiti dalla minaccia terroristica si era deciso di non organizzare il voto. Si stima che tra 300.000 e 400.000 aventi diritto non hanno potuto esprimere la propria preferenza, ma le autorità elettorali avevano deciso di validare il processo elettorale a prescindere. Il numero complessivo degli elettori è di quasi 6,5 milioni di persone.
Il capofila dell’opposizione, Zephirin Diabré, ha denunciato irregolarità, manipolazioni di voti, traffico di carte d’elettori, e la chiusura di alcuni seggi non a causa della minaccia terroristica, ma nei bastioni dell’opposizione.
Diabré è uno dei principali avversari del presidente Roch Marc Christian Kaboré. In campagna, l’oppositore e leader dell’Upc è stato molto virulento nel giudicare disastroso il mandato di Kaboré.
Se nessun candidato vincerà al primo turno, sarà organizzato un ballottaggio.