Il governo di Bujumbura ha annunciato la sospensione per sei mesi delle trasmissioni delle emittenti radiofoniche internazionali BBC e Voice of America a partire da domani. L’annuncio è stato fatto ieri dal presidente del Conseil National de la Communication (CNC), Karenga Ramadhani, il quale ha giustificato la decisione affermando di aver registrato “violazioni delle norme in vigore e della deontologia”, in un caso “danneggiando la reputazione del Capo dello Stato”, nel secondo “diffondendo notizie tendenziose”.
Le due emittenti, che hanno condannato la decisione, erano gli unici media a diffondere notizie in lingua locale in una nazione dove l’80% della popolazione parla kirundi o swahili. Si tratta di un ulteriore “campanello d’allarme” spiega Rfi, in un paese dove tutti i media privati sono stati chiusi nel 2015 dopo il colpo di mano attuato dal Presidente Pierre Nkurunziza, quando al termine del suo secondo mandato, si è fatto rieleggere in modo illegale reprimendo con violenza ogni forma di dissenso.
La nazione della Regione dei Grandi laghi, sta vivendo un clima di forte tensione in vista del referendum costituzionale previsto per il 17 maggio, grazie al quale il capo di stato burundese (in carica dal 2005 e a metà del terzo mandato) potrebbe mantenere la poltrona fino al 2034 e ottenere maggiore potere.
Da quando è stato annunciato il voto referendario, l’opposizione sta subendo una durissima repressione da parte delle forze dell’ordine oltre a intimazioni continue da parte del partito al potere CNDD-FDD.
Secondo l’ultimo rapporto sulla libertà di stampa nel mondo pubblicato la scorsa settimana da Reporters sans Frontières il Burundi è al 159° posto su 180 paesi.