In Burundi, le autorità stanno conducendo azioni intimidatorie, con arresti e omicidi mirati, degli oppositori. A denunciarlo sono gli stessi partiti di opposizione che si dichiarano preoccupati in vista delle elezioni presidenziali di maggio.
Martedì 25 febbraio la polizia ha dichiarato di aver ucciso 22 «malvagi» vicino a Bujumbura, accusando il gruppo di «approfittare del periodo elettorale per causare problemi di ordine pubblico». In realtà si tratterebbe delle durissima repressione di un gruppo di opposizione che stava manifestando.
Sabato, il principale partito di opposizione, il Consiglio nazionale per la libertà (Cnl), ha condannato «l”ondata di arresti dei suoi leader politici». «23 persone erano già state arrestate dalla polizia e dagli imbonerakure (la gioventù del partito al potere) e sono detenute nelle celle di sicurezza», ha detto all’Afp, Térence Manirambona, portavoce del partito.
Fonti locali hanno poi riferito all’Associated Press che almeno 12 persone sono state giustiziate domenica a Nyabiraba dopo essere state arrestate dalla polizia e dal gruppo giovanile del partito. Gli intervistati, spaventati, hanno parlato solo a condizione che fosse mantenuto l’anonimato.
La nazione dell’Africa orientale terrà le elezioni presidenziali a maggio. La precedente tornata del 2015 è stata caratterizzata da disordini con decine di morti. Questa volta, però, il presidente Pierre Nkurunziza non si ricandiderà.