Come era ampiamente previsto l’esito del referendum costituzionale in Burundi sta dando risultati preliminari ampiamente favorevoli al presidente Pierre Nkurunziza che lo ha voluto. Su 18 circoscrizioni in 17 il “Si” ha una maggioranza che va dal 50% all’80%.
L’esito favorevole della consultazione consentirà a Nkurunziza di consolidare il potere prolungando la durata del mandato da cinque a sette anni ed eliminando il limite di due mandati consecutivi imposto dalla Costituzione.
Le due modifiche approvate adesso permetteranno al capo di Stato burundese di rimanere al potere fino al 2034 e altri emendamenti votati nel referendum consentiranno di ridurre il numero dei vicepresidenti della Repubblica da due a uno e di reintrodurre la figura del primo ministro.
Insomma una serie di misure che fanno divenire Pierre Nkurunziza un presidente con poteri quasi illimitati.
Nkurunziza non è un presidente-dinosauro, cioè non è un presidente della vecchia guardia, quelli che hanno preso il potere qualche decennio fa e non lo hanno mai mollato. No, lui è un presidente giovane che si è installato al potere dopo una lunga guerra civile e che, se non succederà qualcosa potrà stare al potere altri decenni. Non è l’unico caso: c’è il presidente della RDC, Joseph Kabila e c’è un altro vicino, il presidente del Ruanda Paul kagame. Nkurunziza lo ha copiato, anche Kagame ha realizzato una riforma costituzionale – anche lui tramite referendum – che lo farà stare al potere fino al 2034. Tre giovani presidenti che hanno intenzione di diventare anziani attaccati al trono del potere.
(Raffaele Masto – Buongiorno Africa)