Le forze di sicurezza del Sudafrica monitoreranno gli sviluppi della crisi politico-militare nel Nord del Mozambico per garantire che non vi siano minacce per i Paesi circostanti, incluso lo stesso Sudafrica.
Lo ha dichiarato il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa in un intervento riportato dalla televisione Sabc.
Dal 2017 nella provincia mozambicana di Cabo Delgado è in atto un’insurrezione guidata da un movimento che si fa chiamare al-Shabab, dice di essere affiliato allo Stato islamico, ma non ha alcun rapporto con gli al-Shabaab somali. Il conflitto, inizialmente limitato a pochi attacchi all’arma bianca ai villaggi, si è gradualmente intensificato. Gli assalti, sempre sanguinosi, si sono moltiplicati. I miliziani sono dotati di armi automatiche e mezzi moderni e veloci. Più di mezzo milione di persone sono fuggite dalle loro case e la violenza e la crisi umanitaria peggioreranno senza l’aiuto internazionale. «Se non si interverrà presto, non avremo solo 535.000 sfollati. Non avremo solo 2.000 persone uccise dal conflitto, ma ne avremo decine di migliaia», ha detto Valentin Tapsoba, direttore regionale dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr). Gli sfollati si trovavano in una situazione disastrosa, con sovraffollamento, malnutrizione e mancanza di beni di prima necessità, inclusi cibo e acqua, hanno detto i funzionari in una conferenza stampa online. L’insicurezza non ha permesso alle agenzie umanitarie di visitare una vasta fascia della provincia costiera, mentre il numero di persone costrette a fuggire dalle proprie case è aumentato da 18.000 all’inizio del 2020 a oltre mezzo milione alla fine. «La situazione a Cabo Delgado è spaventosa», ha detto Tapsoba.
Il Sudafrica e le forze regionali si sono offerte di aiutare il Mozambico a risolvere il conflitto settentrionale, ma il ministro degli Esteri sudafricano, Naledi Pandor, ha detto a un evento virtuale di Chatham House che il governo di Maputo doveva ancora accettare l’offerta. «Abbiamo fatto ogni sforzo per raggiungere il governo del Mozambico e sederci a un tavolo con loro per definire un programma di sostegno – ha detto -. La nostra incapacità di arrivare a un accordo su quale supporto potremmo fornire rimane un enigma molto preoccupante per noi». Anche a livello regionale si registra uno stallo. Finora il presidente mozambicano Filipe Nyusi ha rifiutato qualsiasi collaborazione, accettando solo l’arrivo di soldati portoghesi che si occuperanno dell’addestramento delle truppe di Maputo.
Nonostante ciò, l’allarme rimane alto e il presidente Ramaphosa ha detto che il Sudafrica non rimarrà inerte di fronte alla crisi e le sue forze di sicurezza continueranno a monitorare la situazione per evitare che la crisi si espanda ulteriormente.