La scrittrice camerunese Djaili Amadou Amal ha ricevuto, per il suo romanzo Les impatientes (edizioni Emmanuelle Collas), il primo premio della terza edizione del “Goncourt Choix Algérie”, un premio letterario istituito dal 2019 dall’Istituto francese di Algeri (Ifa). Il tema del libro è delicato: quello del matrimonio forzato in Camerun, Paese dove l’autrice è nata e dove risiede, attraverso la storia di tre donne.
Durante la cerimonia di consegna del premio, presso la sede dell’Ifa, Amal, in collegamento virtuale, ha discusso della sua scrittura, della condizione delle donne sub-sahariana e dell’importanza della letteratura in Africa, scrive il giornale algerino Liberté
“Pazienza! Questo è l’unico consiglio dato alle ragazze da coloro che le circondano, perché è impensabile andare contro la volontà di Allah, perché alla fine della pazienza c’è il paradiso, come dice un proverbio fulani. Ma a volte il paradiso può trasformarsi in un inferno”, racconta l’autrice. La giuria del premio Goncourt Choix Algérie è composta da studenti, con alcuni dei quali Amal ha scambiato parole e idee, nel fine settimana, durante una videoconferenza per la consegna del titolo.
In Les impatientes – in italiano Le impazienti, ed. Solferino – la scrittrice non voleva dedicarsi all’aspetto tragico della vicenda, bensì veicolare le emozioni delle vittime. “Tutte le donne sub-sahariane, di diversa estrazione sociale o appartenenza religiosa, dovranno purtroppo vivere un passaggio del romanzo e si riconosceranno in questo libro”, si è rammaricata. “La violenza contro le donne è un argomento universale e spero in un cambiamento”, ha detto, ricordando che queste violenze, siano esse fisiche, psicologiche, matrimoniali forzate o precoci, sono argomenti tabù: “Tutte le nostre culture, alla fine, si uniscono per poter mettere la museruola alle donne. Era ora che una donna si alzasse e parlasse per dire cosa provano gli altri “, ha insistito.
Djaili Amadaou Amal ha vissuto in prima persona l’esperienza traumatica del matrimonio forzato. Figlia di un padre camerunese e di una madre egiziana, nata nel Nord a Maroua, Djaili Amadou Amal è stata costretta a sposarsi all’età di 17 anni. Dopo essere riuscita a lasciare il marito, il suo secondo compagno si è rivelato un uomo violento, che per vendicarsi della separazione voluta da Amal sequestrò le loro due figlie. Amal è un’attivista nota, fondatrice dell’associazione “Femmes du Sahel” che dal 2012 lavora su aspetti importanti, l’educazione e la sensibilizzazione contro la violenza sulle donne, in particolare nella regione del Nord del Camerun. In quanto come donna nativa del Camerun settentrionale, “la mia infanzia è stata quella di migliaia di donne di questa grande regione dominata dall’Islam. Le donne fin da giovanissime vi sono esposte a diverse ingiustizie basate sulla disuguaglianza di genere, a un ruolo marginale. La vita della donna rimane determinata dal suo alter ego maschile, padrone del proprio destino”. Questo, dice, nonostante la ratifica da parte del Camerun nel 1994 della Convenzione sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne e della Carta africana dei diritti dell’uomo e dei popoli nel 1989.
Considerata un’icona della nuova letteratura camerunese – qualcuno la definisce l’autore camerunese più letto dell’ultimo decennio – il suo romanzo Munyal, les larmes de la patience (le lacrime della pazienza) è stato inserito al programma scolastico dell’ultimo anno di liceo delle sezioni francofone del Camerun. Les Impatientes è arrivata nel 2020 in finale del prestigioso Premio Goncourt francese e nei mesi successivi ha vinto diverse declinazioni del premio di letteratura in lingua francese in diversi Paesi.
Secondo uno studio a cui fa riferimento Liberté, il matrimonio forzato e precoce è ancora rilevante oggi. Questo, a causa di diversi fattori, tra cui la miseria, la religione, il terrorismo (schiava sessuale, bomba umana), il cambiamento climatico.
(Celine Camoin)