Camerun: conflitto nel Noso, la popolazione civile è tra due fuochi

di claudia

di Céline Camoin

In Camerun imperversa ormai dal 2016 il conflitto anglofono, con un impatto devastante sui civili. Il conflitto è in escalation e, con l’aumento della frammentazione dei gruppi separatisti, le prospettive di una risoluzione pacifica sembrano sempre più lontane.

Il conflitto anglofono in Camerun, in corso dal 2016, ha avuto un impatto devastante sulla popolazione civile, soprattutto nelle regioni del Nord-Ovest e Sud-Ovest (Noso). Un recente rapporto di Acled (Armed Conflict Location & Event Data Project), pubblicato il 10 ottobre, evidenzia che queste aree sono tra le più pericolose per i civili in Africa. Solo nei primi sei mesi del 2024, la regione del Nord-Ovest è risultata la seconda area più rischiosa per i civili, superata solo dallo stato di al-Jazirah in Sudan centrale. La violenza è spesso alimentata dai gruppi separatisti anglofoni che, per finanziare le loro attività, sono coinvolti in economie illecite come i sequestri per riscatto, il contrabbando di carburante e la tassazione illegale della popolazione.

Il conflitto è iniziato come una crisi socio-politica nel 2016, con proteste pacifiche da parte della popolazione anglofona contro l’uso dominante della lingua francese nelle scuole e nei tribunali. Nel 2017, la dichiarazione unilaterale di indipendenza dell’Ambazonia ha segnato l’inizio del conflitto armato. Tuttavia, la popolarità iniziale dei movimenti separatisti è diminuita nel tempo, spingendo i gruppi ribelli a cercare fonti alternative di finanziamento, spesso a scapito della popolazione civile.

La diminuzione del sostegno popolare ha portato a un aumento delle estorsioni da parte dei gruppi armati. Le tasse di “liberazione” imposte dai separatisti sono una delle principali cause di sofferenza per i civili, che si trovano in una situazione di “doppia condanna”: se pagano, rischiano di essere puniti dalle forze di sicurezza governative, mentre se non pagano, sono perseguitati dai separatisti stessi. Questo sistema di estorsione si estende a quasi ogni aspetto della vita quotidiana, dalle attività commerciali agli eventi sociali, generando ulteriore sfiducia e paura.

armi

I gruppi separatisti finanziano le loro operazioni attraverso economie illecite come il traffico di armi dalla vicina Nigeria e il commercio di carburante di contrabbando. Le donne, in particolare, svolgono un ruolo chiave in alcune di queste attività, come la coltivazione di marijuana mascherata nelle piantagioni di manioca. Questa rete di economie clandestine è essenziale per la sopravvivenza dei gruppi armati, che altrimenti faticherebbero a sostenere le loro operazioni militari.

Uno degli sviluppi più preoccupanti del conflitto è la crescente frammentazione dei gruppi separatisti. Molti di questi gruppi, nati come movimenti di difesa locale, sono ora in competizione tra loro per il controllo delle risorse e dei territori, piuttosto che per l’indipendenza dell’Ambazonia. Questo ha reso la situazione ancora più caotica, con una moltiplicazione delle fazioni armate e un aumento della violenza tra i gruppi stessi e contro i civili.

Il conflitto è in escalation, e con l’aumento della frammentazione dei gruppi separatisti, le prospettive di una risoluzione pacifica sembrano sempre più lontane. La diminuzione del supporto finanziario dalla diaspora anglofona e il crescente affidamento su attività illecite stanno indebolendo la legittimità dei separatisti, ma allo stesso tempo rendono più difficile per il governo e le organizzazioni internazionali negoziare una pace stabile.

Condividi

Altre letture correlate: