È stata vietata dalle autorità camerunesi una marcia di protesta che doveva tenersi martedì 1 Giugno nella capitale Yaoundé per ottenere le dimissioni del primo ministro Joseph Dion Ngute e di tutti i membri del governo coinvolti nello scandalo “Covidgate”, sulle malversazioni nella gestione dei fondi e degli aiuti versati al Camerun per gestire la crisi pandemica. La marcia era stata organizzata dal Fronte dei democratici camerunesi (Fdc), partito politico presieduto dal giovane esponente politico Denis Emilien Atangana. In una decisione firmata il 28 maggio, il sottoprefetto della prima circoscrizione di Yaoundé ha respinto la domanda del Fdc di marciare pubblicamente per “preservare l’ordine sociale”.
“Pur incoraggiando l’indagine in corso, voluta dal Presidente della Repubblica (Paul Biya, ndr), l’Fdc ritiene che i membri del governo, non essendo cittadini comuni, alla luce di uno scandalo così grave come il Covidgate, debbano essere prima congedati dalle loro funzioni per comparire davanti gli inquirenti come semplici cittadini. È una questione di etica e di rispetto per la prestigiosa funzione di membro del governo”, scrive il presidente del partito in un comunicato.
Una verifica della Camera dei conti ha concluso che la gestione finanziaria della risposta al covid è segnata da numerosi abusi. I sospetti di corruzione circolavano da diversi mesi a Yaoundé. All’inizio di aprile la Presidenza della Repubblica ha ripreso in mano la gestione dell’emergenza covid-19, affidata dal 2020 al primo ministro Joseph John Ngute e al suo governo. Nel rapporto preliminare all’istruzione giudiziaria sono presi di mira in particolare due ministeri che hanno svolto un “ruolo centrale” nella risposta alla pandemia: il ministero della Salute pubblica e quello della Ricerca scientifica e innovazione.
Nella relazione dei revisori, emergono contratti aggiudicati in violazione delle normative vigenti, sforamenti di bilancio, mancanza di obiettività del ministero del Commercio nella convalida delle proposte di prezzo avanzate dal ministero della Sanità, lacune nei libri contabili, conflitti d’interesse.
Secondo la web tv camerunese Télé Asu, il rapporto evidenzia, tra l’altro, il monopolio virtuale concesso alla società Mediline Medical Cameroon, azienda sconosciuta, inaugurata solo nel giugno 2020 dal ministro della Sanità pubblica, e che si è trovata a gestire quasi 24,5 miliardi di franchi cfa (37 milioni di euro), ovvero il 94% degli stanziamenti. I magistrati della Cdc hanno rilevato molte fatture eccessive, come nel caso dell’acquisto di test covid, che hanno fatto perdere allo Stato 14 miliardi di franchi Cfa (21 milioni di euro). La camera deplora inoltre la collaborazione con i fornitori che non compaiono nell’elenco dei fornitori approvati dallo Stato e dei conflitti di interesse.
In molti casi vengono rilevate altre carenze, come l’assenza di documenti contabili. È il caso della donazione offerta al Camerun, a marzo 2020 dal miliardario cinese Jack Ma, fondatore del gruppo di vendita online Alibaba, per supportarlo nella risposta alla pandemia di coronavirus. Secondo il sito d’informazione AgenceCamerounPresse, i revisori della Cdc non hanno trovato nei libri contabili nota della donazione di 100.000 maschere protettive e 1000 dispositivi di protezione individuale da parte di Ma.