Stop al bando dalla scuola di secondo grado delle studentesse incinte in Camerun. La ministra dell’Istruzione secondaria, Nalova Lyonga, ha stabilito nuove regole per la gestione dei casi di gravidanza studentesca da parte della scuola e dei funzionari dell’amministrazione. Le ragazze madri potranno richiedere il congedo di maternità a 26 settimane e riprendere le lezioni dopo il parto.
La ministra rileva che l’esclusione sistematica delle studentesse in stato interessante è una pratica che accentua gli abbandoni scolastici tra le ragazze. Ciò contraddice anche gli orientamenti del governo sul mantenere tutti gli studenti a scuola senza discriminazioni, tenendo conto dell’approccio di genere, nonché della lotta all’esclusione degli strati sociali vulnerabili.
Nalova Lyonga ha prescritto diversi provvedimenti che abrogano tutte le precedenti disposizioni contrarie, in particolare la circolare del 19 gennaio 1980 relativa alla gravidanza delle allieve in istituzioni pubbliche e private.
Tali disposizioni tendono a consentire, ove opportuno, all’alunna debitamente riconosciuta in stato interessante di continuare le attività scolastiche fino alla 26a settimana di gravidanza, periodo dal quale può chiedere di essere messa in congedo maternità; autorizzare la studentessa a riprendere le lezioni il parto e nella misura in cui sono soddisfatte le condizioni di salute sul lavoro, età, disciplina. I destinatari della circolare sono inoltre chiamati a mobilitare il più possibile le risorse umane a disposizione, nell’ottica del supporto psicosociale e psicologico dell’alunna interessata
Qualora il responsabile della gravidanza fosse un docente o membro del personale di vigilanza, sarà soggetto alle misure disciplinari vigenti. Devono inoltre essere adottate misure volte a potenziare i servizi pedagogici e psicopedagogici in termini di promozione della salute riproduttiva tra gli studenti.
Secondo i redattori del sito d’informazione 237online, le decisioni della ministra stanno già suscitando forti reazioni, non tutte positive.
Non è il caso di Rolande Cyrille Bechon, direttrice esecutiva di New Human Rights, che apprezza la circolare del ministero “La pratica finora era l’esclusione totale. Un’aberrazione vedere che le ragazze potrebbero facilmente abbandonare gli studi a causa della gravidanza. L’esclusione non ha risolto il problema”, dice. Per l’attivista, bisogna andare a monte per capire la situazione delle ragazze, che è un problema sociale. Chiarisce inoltre la necessità di risposte globali del governo. “La ministra ha parlato di sostegno psicosociale e psicologico, non spetta al docente farlo, non ne ha le competenze. Il ministero deve accompagnare questa circolare con le infrastrutture adeguate per sostenere le ragazze in tutto ciò che riguarda la sessualità e la riproduzione.