Fervono i preparativi in Camerun per l’attesissimo appuntamento con la Coppa d’Africa, il massimo torneo di calcio tra le nazioni del continente, in programma dal 9 gennaio. Ma non tutto gira per il verso giusto. E lo stadio più importante della competizione – il cui cantiere era stato inizialmente affidato a una impresa italiana – rischia di non essere pronto per la grande occasione. In patria si levano critiche per lo spreco di risorse pubbliche
Tornerà a novembre per verificare lo stato dello stadio in costruzione di Olembé e i preparativi della Coppa d’Africa delle nazioni (Can), il presidente della Confederazione africana di calcio (Caf), Patrice Motsepe. In visita quasi a sorpresa a Yaoundé, il businessman e dirigente sportivo sudafricano è andato in persona a ispezionare quello che sta diventando, in Camerun, lo stadio della discordia: l’arena alle porte della capitale i cui lavori, nonostante anni di cantiere e centinaia di milioni di dollari inghiottiti, non sono ancora ultimati. Forse è anche per questo che la visita di Motsepe è sopraggiunta con minimo preavviso di 48 ore al ministero dello Sport. Da programma, lo stadio di Olembé deve ospitare la partita di apertura e la finale del campionato. La reputazione di Motsepe è in gioco. È anche presidente del comitato organizzativo del torneo.
Le parole di Motsepe dopo la visita sembrano incoraggianti: “Sono orgoglioso di essere africano, da quello che ho visto qui a Olembé. Il Camerun sta costruendo qui uno degli stadi più belli, che sarà l’orgoglio di tutta l’Africa”, ha affermato, precisando però che tornerà a novembre “quando saranno completati i lavori di questa magnifica infrastruttura”. Per ora, non è arrivato l’accordo ufficiale all’omologazione dello stadio per la Can, in programma dal 9 gennaio al 6 febbraio 2022.
Non si è nemmeno tenuto l’annunciato incontro tra Motsepe e il presidente Paul Biya, secondo appuntamento mancato fra i due in poche settimane. Al suo posto, il presidente ha delegato il primo ministro, Joseph Dion Ngute, che ha ricevuto il presidente della Caf e la sua delegazione, assieme al ministro dello Sport, Narcisse Mouelle Kombi, e del presidente della federazione camerunese calcistica, Seidou Mbombo Njoya. “Discussioni meravigliose”, così scrive il comunicato della Caf al termine dell’incontro, nel corso della quale Motsepe ha salutato l’impegno del governo a organizzare quella che sarà “la coppa d’Africa meglio riuscita”. Domenica, davanti alle telecamere della tv privata Canal 2, Emile Messi, rappresentante del partito di governo Rdpc, ha assicurato che lo stadio è pronto e che senza alcun dubbio ospiterà la partita di apertura.
“Se la Caf dovesse squalificare lo stadio (…) sarà considerato dalla gente come il superamento della linea rossa, un’ultima provocazione con conseguenze disastrose per la pace sociale”, ha messo in guardia Denis Emilien Atangana, presidente del Fronte dei democratici camerunesi (Fdc), un partito d’opposizione, ricordando che la prima pietra del cantiere è stata posta il 23 dicembre 2009.
Sono ormai diversi anni che le polemiche circondano la realizzazione dello stadio di Olembé. Il culmine sta giungendo proprio in queste settimane, mentre si avvicina la gara sportiva internazionale che vedrà i riflettori puntati sul Camerun. Lo stadio principale, da 60.000 posti, sarebbe dovuto essere consegnato a settembre. Ma grande è stata la sorpresa quando la prima partita ospitata nell’arena, il 3 settembre, è stata vietata ai giornalisti e al pubblico. L’incontro Camerun Malawi si è svolto a porte chiuse, un fatto che ha provocato un mini scandalo. Le associazioni professionali dei giornalisti sportivi hanno protestato a gran voce contro questa misura, che ha impedito loro di svolgere il proprio lavoro.
Lo stadio, di fatto, non era pronto a ricevere il pubblico, ma solo l’area di gioco poteva ospitare le partite. La Caf, attraverso il suo segretario generale Veron Mosengo-Omba, aveva accusato la Fecafoot di aver dato l’autorizzazione a giocare allo stadio di Olembé “sulla base di informazioni troncate che non riflettevano il fatto che lo stadio in questione è ancora in questo momento in costruzione”. Dal canto loro, il ministro camerunese dello sport e dell’educazione fisica (Minsep) e la Fecafoot avevano menzionato l’applicazione del protocollo covid per le partite della Fifa.
Approvato il progetto di costruzione di questo stadio che doveva essere intitolato al presidente Paul Biya (gli ultimi sviluppi ipotizzano che il nome presidenziale potrebbe non essere più scelto), nel 2015 la costruzione era stata affidata al gruppi italiano Piccini, per una commessa da 163 miliardi di franchi Cfa, quasi 250 milioni di euro. Alla fine del 2019 Piccini viene sostituita dal gruppo canadese Magil, che ha chiesto altri 55 miliardi di Cfa, pari a 82 milioni di euro.
Fonti camerunesi informate sulla questione denunciano a InfoAfrica l’opacità che circonda il progetto e le somme di denaro astronomiche sprecate per la realizzazione dell’infrastruttura.
Secondo la Cassa Autonoma di Ammortamento (Caisse autonome d’amortissement, Caa), gestore del debito pubblico del Camerun, il Paese ha non solo contratto il prestito aggiuntivo da 82 milioni di euro ottenuto da Standard Chartered Bank (l’accordo di finanziamento è stato firmato silenziosamente il 17 giugno 2021, dopo l’autorizzazione del Presidente della Repubblica il 16 febbraio), ma anche un prestito di 6,3 miliardi di Fcfa quasi 10 milioni di euro) con la Banca Cca il 23 marzo 2021 come contropartita del costo residuo di completamento del complesso sportivo.
Secondo la stessa fonte, citata dal portale Invest in Cameroon, del finanziamento iniziale di poco più di 163 miliardi di Fcfa, sono stati consumati invece 125,6 miliardi (101,08 dall’Intesa Sanpaolo e 24,5 miliardi dalla banca nigeriana Uba, per un equivalente in euro di circa 191 milioni).
Il gestore del debito pubblico evidenzia quindi una spesa di 19 miliardi di Fcfa a beneficio del progetto di costruzione non ancora nota al pubblico. Chiaramente, se si consumasse completamente anche il prestito ottenuto da Standard Chartered Bank, questa infrastruttura sportiva costerebbe quindi allo Stato del Camerun un’inezia di 187 miliardi di franchi Cfa – 285 milioni di euro – per non parlare del costo dei crediti contratti e delle spese legate al contenzioso con la Piccini.
(Céline Camoin)