Tre soldati camerunensi sono stati accusati della strage avvenuta a febbraio in un villaggio nella regione anglofona del Paese africano. Lo ha reso noto oggi alla stampa il portavoce dell’esercito camerunense, il colonnello Cyrille Atonfack Guemo. «I tre soldati sono stati sottoposti a una misura detentiva provvisoria nella prigione militare di Yaoundé», ha riferito l’ufficialee, «sono stati accusati, tra l’altro, di omicidio».
Almeno 10 minori e 3 donne sono stati uccisi il 14 febbraio nel villaggio di Ngarbuh, nella regione nord-ooccidentale del Camerun, alle prese da tempo con forti tensioni secessioniste. Secondo le Nazioni Unite, la strage ha provocato almeno 23 vittime, mentre Human Rights Watch (HRW) ha accusato le forze armate di aver ucciso almeno 21 civili: tra cui 13 bambini e una donna incinta. Inizialmente l’esercito camerunense aveva negato ogni addebito, parlando di uno «sfortunato incidente». Oggi è emersa l’indagine a carico dei soldati che proietta una luce sinistra sulle forze armate del Camerun, accusate di abusi e di violenze ingiustificate a danni di civili inermi.