Un tribunale di Douala (Camerun) ha lasciato cadere le accuse contro 52 oppositori che avevano protestato contro la rielezione del dell’85enne presidente Paul Biya. Gli attivisti erano detenuti da ottobre e il pubblico ministero ha dichiarato di aver lasciato cadere le accuse «su istruzione del ministro della Giustizia». Sollievo da parte dell’opposizione. «Anche in Camerun le cose possano andare bene – hanno dichiarato i responsabili dei partiti di minoranza -. Le accuse erano inventate e dimostrano come la libertà di parola e la libertà in generale sono ancora un problema nel nostro Paese» I 52 erano stati accusati di «insurrezione» e di aver organizzato «manifestazioni illegali che minacciavano di distruggere l’ordine pubblico». Se giudicati colpevoli, avrebbero dovuto affrontare lunghi periodi di reclusione.
Nel frattempo, il caso contro il giornalista Michel Biem Tong – che doveva comparire davanti a un tribunale militare con l’accusa di oltraggio al capo dello Stato, propagazione di informazioni false e terrorismo – è stato aggiornato al 2 gennaio. Il direttore del sito di Hurinews è stato arrestato il 23 ottobre con l’accusa di diffondere via WhatsApp appelli che chiedevano ai separatisti anglofoni di resistere al governo.
Paul Biya, al potere dal 1982, il 7 ottobre ha vinto un settimo mandato con il 71,3% dei voti. Ma l’affluenza alle urne è stata bassa nelle due aree di lingua inglese del Paese. Le regioni del Nord Ovest e del Sud-Ovest da oltre un anno sono scosse da violente proteste e attacchi da parte di ribelli separatisti.