Camerun, ostaggi rapiti: “fate il possibile per tirarci fuori da qui”

di claudia

Sono vivi e chiedono disperatamente aiuto i religiosi e laici rapiti venerdì 16 settembre nell’attacco della Chiesa cattolica di St. Mary a Nchang, nella regione anglofona del Sud-Ovest del Camerun. In un video inoltrato oggi alla redazione di Africa rivista da una fonte religiosa camerunese, si vedono sei uomini e tre donne, di cui una religiosa, seduti su una panchina o accovacciati, l’aria esausta e disperata, in mezzo alla foresta. Uno di loro, uno dei sacerdoti rapiti, lancia un appello, in lingua inglese. Dietro di loro, un telo di plastica verde scuro funge da riparo.

“Finora non è stato facile. Guardate i nostri volti. Siamo tristi. Non stiamo bene di salute. La stiamo pregando, Monsignore, di fare tutto il possibile per tirarci fuori da qui. È una questione di vita o di morte. Per favore fate quello che vi stanno chiedendo”.

La chiesa attaccata fa parte della diocesi di Mamfe. Non è chiaro dove sia stato girato il video, ma è probabile che sia in una zona remota della regione sud-occidentale, teatro da cinque anni di una ribellione secessionista.

I rapitori hanno chiesto sin dall’inizio un riscatto in cambio della liberazione del gruppo, ma le autorità religiose, in particolare l’arcivescovo di Bamenda, Monsignor Andrew Nkea Fuanya, anche presidente della conferenza episcopale nazionale, ha chiarito immediatamente che la Chiesa non ha denaro per pagare questi riscatti. Il presule ha spiegato che l’attacco è stato condotto da sedicenti miliziani separatisti ambazoniani, ma precisa che in questo contesto difficile di conflitto, è molto difficile ormai distinguere tra i miliziani secessionisti e il banditismo comune. 

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