Un gruppo armato ha rapito domenica 79 alunni cristiani a Bamenda, nella regione camerunese anglofona del nord-ovest.
A confermarlo al Journal du Cameroun sono state le autorità locali, secondo cui il rapimento è avvenuto quando un commando di uomini armati non identificati ha preso d’assalto la scuola secondaria cristiana presbiteriana di Nkwen. Gli studenti rapiti sono stati portati via insieme al preside della scuola, a un autista e a un docente dell’istituto. Il governatore della regione, Adolphe Lele Lafrique, ha confermato il rapimento. Gli studenti sequestrati hanno un’età compresa tra gli 11 e i 17 anni. I rapitori non chiedono un riscatto, ma la chiusura della scuola, secondo quanto riferito dal reverendo Samuel Fonki Forba, a capo della chiesa presbiteriana camerunense.
In Camerun, ex colonia francese dell’Africa occidentale, è in atto una guerra strisciante dal 2016, da quando cioè le due principali regioni di lingua inglese, quella nord-occidentale e quella sud-occidentale, hanno annunciato la volontà di separarsi dal resto del Paese, per costituire una nuova nazione. In particolare, quella del nord-ovest è una regione ad alto rischio, sia per le incursioni del gruppo islamista Boko Haram sia per il conflitto che contrappone il governo di Yaoundè ai gruppi secessionisti radicati nelle regioni anglofone.
Il Camerun anglofono, situato nell’ovest del Paese al confine con la Nigeria, reclama la sua indipendenza. Le regioni del Nord-Ovest e del Sud-Ovest, popolate dal 20 per cento dei 23 milioni di camerunesi, sono sotto coprifuoco. I mezzi privati possono viaggiare solo durante il giorno, mentre le moto sono state bandite dalle strade di alcuni distretti giorno e notte.