Camerun – Ucciso un seminarista

di Enrico Casale
camerun forze dell'esercito

Ucciso un seminarista in una delle due regioni anglofone del Camerun. Secondo un comunicato firmato da mons. Cornelius Fontem Esua, arcivescovo di Bamenda, il giovane seminarista si chiamava Gérard Anjiangwe, e aveva 19 anni, è stato ucciso da un gruppo di militari il 4 ottobre, di fronte alla chiesa parrocchiale di Santa Teresa di Bamessing, un villaggio nei pressi di Ndop nel dipartimento di Ngo-Ketunjia, nel Nord-Ovest del Camerun.

Il comunicato dell’arcidiocesi afferma che intorno alle 9,30 del mattino, al termine della messa, mentre Gérard Anjiangwe e i fedeli“si trovavano di fronte alla chiesa, è arrivato un camion militare proveniente da Ndop che si è fermato all’inizio della strada che porta alla chiesa. Alcuni soldati sono scesi dal mezzo e hanno iniziato a sparare.

Mentre i fedeli si sono rifugiati in sacrestia sbarrando la porta, il seminarista si è prostrato a terra recitando il rosario. «I militari hanno cercato invano di aprire la porta; si sono allora avvicinati a Gerard disteso sul pavimento e gli hanno ordinato di alzarsi, cosa che ha fatto con esitazione», riporta mons. Cornelius Fontem Esua. Dopo averlo interrogato, i soldati hanno ordinato al seminarista di inginocchiarsi di nuovo. «Poi gli hanno sparato tre volte al collo ed è morto all’istante», afferma l’arcivescovo.

Nel suo comunicato mons. Cornelius Fontem Esua lancia un appello a tutti i cristiani in questo momento di dolore di pregare per l’anima di Gérard e anche per Stephen Akiata e Comfort Akiata, i suoi genitori, e la famiglia tutta dal momento che il seminarista era il loro unico figlio.

Il drammatico episodio si inquadra nelle tensioni che hanno preceduto ed accompagnato nelle regioni anglofone del Paese le elezioni presidenziali che si sono tenute domenica 7 ottobre. Secondo il conteggio effettuato dalla Commissione nazionale per il censimento dei voti, il Presidente uscente, Paul Biya ha ottenuto il 71,28% dei voti. Queste sono le conclusioni contenute nella relazione inviata il 15 ottobre dalla Commissione al Consiglio costituzionale, dopo tre giorni di esame dei verbali dei seggi.

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