Sono oltre 4 milioni le persone che necessitano di un’assistenza umanitaria in Camerun, un numero in aumento del 30% rispetto al 2018. Lo rivela l’ufficio regionale delle Nazioni Unite per l’Africa Centrale (Unoca) in un documento dedicato alla situazione in Camerun, in preda ad una crisi tra il governo centrale e il movimento secessionista anglofono.
Presentato al Consiglio di sicurezza da François Louncény Fall, rappresentante speciale per l’Africa centrale, il rapporto descrive un quadro difficile, in cui il clima di paura e di intimidazione ha spinto 530.000 persone alla fuga sul territorio nazionale e quasi 35.400 in Nigeria.
Le aree di provenienza dei profughi, come ricorda l’agenzia InfoAfrica, sono le regioni del Litorale e dell’Ovest, dove si registrano limitazioni alle libertà di circolazione, aggressioni, stupri, rapimenti di insegnanti e di alunni, che hanno costretto numerose scuole a chiudere. «Le ripercussioni sono deprecabili per l’economia locale e per l’accesso ai servizi sociali di base», sottolinea l’Unoca.
L’indagine, condotta dal 30 novembre 2018 al 15 maggio 2019, ricorda casi di detenzione di leader politici come Maurice Kamto, del Movimento per la rinascita del Camerun, e di 200 suoi simpatizzanti processati davanti a un tribunale militare.
Iniziata nel 2016 con rivendicazioni per una maggiore rappresentatività della minoranza anglofona nella nazione a maggioranza francofona, la crisi è peggiorata nel 2017 quando un gruppo di indipendentisti ha deciso di passare alla lotta armata, e il governo, intransigente, ha usato la strategia della repressione.