Sao Tomé e Principe, piccolo arcipelago africano di lingua portoghese nel Golfo di Guinea, ha un nuovo presidente: Carlos Vila Nova, uomo di centrodestra come il suo predecessore, dovrà continuare la convivenza con il governo socialdemocratico. La Corte Costituzionale ora deve convalidare e pronunciarsi su eventuali ricorsi. Il capo dello Stato gode solo di un ruolo onorario, di rappresentanza e di promulgazione delle leggi, la maggior parte del potere esecutivo spetta al Presidente del Consiglio e al suo governo in un Paese considerato uno dei modelli africani di democrazia parlamentare.
Carlos Vila Nova, del Partito di Azione Democratica Indipendente (ADI, centrodestra), ha ottenuto il 57,54% dei voti contro il 42,46% di Guilherme Posser da Costa, del Movimento per la Liberazione di São Tomé e Príncipe (MLSTP, socialdemocratico), pilastro dell’attuale coalizione di governo, secondo i risultati ufficiali provvisori della Commissione elettorale nazionale (CEN) pubblicati dall’agenzia di stampa statale STP-Press, che titola sul proprio sito web: “Carlos Vila Nova vincitore delle elezioni presidenziali”. Il 34,68% dei circa 123.000 elettori santomeani si è astenuto in questa votazione per la quale l’uscente Evaristo Carvalho, anche lui dell’Adi, non si è candidato alla rielezione.
Vila Nova, 65 anni, ingegnere delle telecomunicazioni di formazione, era fino ad allora relativamente sconosciuto al grande pubblico, ex funzionario pubblico fino al 1988, trasformatosi in imprenditore nel settore turistico prima di entrare in politica. Ha ricoperto solo due incarichi ministeriali, Lavori Pubblici dal 2010 al 2012 e Infrastrutture e Ambiente dal 2014 al 2018, prima di essere eletto deputato per la prima volta nello stesso anno. Il suo rivale Posser da Costa era stato Primo Ministro dal 1999 al 2001 e tre volte capo della diplomazia.