In Nigeria, nella città di Calabar, vanno in scena i costumi più sfarzosi. A Bissau, le danze più scatenate. A Luanda e a Maputo, i travestimenti più irriverenti. Il carnevale in Africa è una festa poliedrica. Che dura tutto l’anno
Il nome carnevale deriva dal latino carnem levare, “eliminare la carne” (in riferimento al banchetto che precedeva il periodo di digiuno e penitenza della Quaresima), ma questa festa ha radici ben più antiche del cristianesimo. Già gli antichi egizi sfilavano mascherati in cortei che accompagnavano mandrie di buoi al sacrificio in onore di Iside, per favorire la fertilità dei terreni e la maternità. I greci, con l’istituzione delle celebrazioni dionisiache, diedero forma alle prime feste mascherate.
I romani svilupparono il concetto con baccanali e saturnali che esaltavano un temporaneo rovesciamento dell’ordine sociale, un abbandono del proprio ruolo per lasciarsi trasportare nella dissolutezza tra danze e grandi libagioni. In America Latina, il carnevale si trasformò in un sincretismo fra tradizione cristiana e cerimonie magico-rituali portate dagli schiavi africani, dove le maschere rappresentavano il punto d’incontro tra il mondo degli uomini e il soprannaturale.
Costumi portoghesi
Il sincretismo è ben presente ancora oggi nei carnevali che hanno luogo in Africa. I festeggiamenti in genere avvengono il Giovedì grasso e il Martedì grasso. Ma il calendario è molto articolato. La città nigeriana di Calabar, capoluogo dello stato di Cross River, si vanta di ospitare il carnevale più antico e partecipato dell’intero continente. Di certo, in questa località sfilano i cortei più grandi e fastosi. Momento clou della festa è la proclamazione nello stadio di Calabar della vincitrice per il concorso che premia la maschera più bella.
Nell’Africa lusofona il carnevale fu introdotto nel Quattrocento dai colonizzatori portoghesi. A Luanda e a Maputo, capitali di Angola e Mozambico, ancora oggi la ricorrenza si dipana in un tripudio di colori nel corso di un’intera settimana durante la quale si alternano cortei di maschere ed esibizioni di capoeira. In Guinea Bissau la festa assume il suo massimo splendore. La popolazione della capitale Bissau fa baldoria giorno e notte tra feste danzanti e spettacoli di giocolieri, acrobati e mangiafuoco. I costumi più originali sfilano nell’arcipelago delle Bijagós, dove gli spiriti della natura si materializzano con maschere in cartapesta, adornate di piume e sonagli.
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Foto di Bruno Zanzottera e altri
Festa senza fine
I carnevali africani durano tutto l’anno. Ad aprile in Costa d’Avorio il popolo Abouré celebra il tradizionale Popo Carnaval, che si tiene nella città di Bonoua, a sud-est di Abidjan. La ricorrenza, creata da ex reduci dell’esercito francese, è caratterizzata da travestimenti goliardici (popo significa “maschera” in lingua locale), ma anche défilé di moda, concorsi di bellezza, recite teatrali… Il tutto accompagnato da abbuffate di cibo e fiumi di birra.
Sull’isola di Principe, si tiene un carnevale particolarmente esuberante, l’Auto de Floripes, introdotto dai portoghesi nel XVIII secolo e poi trasformato nella festa del patrono locale: San Lorenzo (10 agosto). A Città del Capo, in Sudafrica, il Minstrel Carnival va in scena il 2 di gennaio di ogni anno. L’evento, celebrato dalla comunità coloured (i meticci), ha avuto origine all’inizio del XIX secolo, quando gli schiavi festeggiavano dopo Capodanno l’unico giorno di libertà loro concesso dai padroni bianchi. Oggi quindicimila maschere sfilano per le vie del centro cittadino, fino a raggiungere lo stadio cittadino dove avviene la premiazione per i costumi più originali.
In Europa, infine, c’è l’appuntamento con il Carnevale di Notting Hill, che si tiene ogni anno a partire dal 1965 nel noto quartiere di Londra, e che vede protagonista la comunità nera della capitale britannica. L’evento viene organizzato nel mese di agosto e dura due giorni consecutivi. Richiama ogni anno oltre un milione di turisti e visitatori. Dopo quello Rio, è il carnevale in strada più grande del mondo…